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    Campione d'Italia

    La storia della sala giochi lombarda per eccellenza: Campione d’Italia

    0
    By visibileweb on 10 Agosto 2022 Cronaca
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    Quello di Campione d’Italia è stato uno dei quattro casinò italiani di maggior successo della storia

    Fondato nel 1917 e chiuso nel 2018, ha visto la sua riapertura nel 2022 con grandi speranze. Ma senza dubbio ha scritto una buona parte della storia per gli appassionati del gioco in stile tricolore, specialmente per la particolare posizione geografica che lo contraddistingue.

    Campione d’Italia, infatti, è un’exclave italiana sul territorio svizzero del Canton Ticino, sulle acque del lago di Lugano, che però si trova in provincia di Como, nella regione Lombardia. La sua posizione, benché sia abbracciata dai confini svizzeri, permette di essere raggiungibile da ogni altra provincia lombarda come ad esempio Varese, che è a soli 33 chilometri di distanza.

    Campione d’Italia, la gloria

    Il Casinò di Campione d’Italia viene fondato nel 1917 per volontà della Casa Reale del Regno d’Italia.

    Il motivo è molto semplice: mascherare i movimenti degli 007 italiani in una casa da gioco per monitorare i paesi nemici. D’altronde si era in piena Grande Guerra. Il 19 luglio del 1919, però, a guerra finita le sale vennero chiuse. Dopo 14 anni però, il 2 marzo 1933 il casinò riaprì.

    Fu un volere del governo di Benito Mussolini che, almeno a livello ufficiale, desiderava che il Comune di Campione d’Italia potesse arricchire le proprie casse di valuta pregiata come lo erano i franchi svizzeri.

    La verità è un’altra: esattamente come un decennio prima il casinò doveva servire come luogo per l’intelligence italiana e carpire informazioni importanti.

    Il Casinò però subì altre due chiusure: la prima durante la campagna d’Etiopia nel 1935-’36, e poi nel corso della Seconda Guerra mondiale, per evitare che i dissidenti lombardi potessero fuggire in Svizzera.

    Al termine della guerra, nel 1946, il casinò riaprì, ma non senza difficoltà. Ci fu infatti il dissenso degli svizzeri, preoccupati del fatto che potessero esserci fughe di capitali.

    Essi limitarono l’accesso all’exclave a sole poche ore al giorno. Per sanare questa discordia e calmare gli animi fu firmato un trattato e tutto tornò alla normalità.

    Da allora il Casinò di Campione d’Italia divenne un punto di riferimento per il gioco e centro della vita mondana dei vip mondiali. Industriali, attori, soubrette, politici, sportivi.

    Tutti sono passati dal tavolo verde di Campione d’Italia. Un luogo del Jet Set prima ancora che un posto per appassionati.

    La chiusura

    Ma la storia del Casinò di Campione d’Italia ha anche dei risvolti drammatici. Quando si vuole troppo alla fine la corda si spezza. Sì perché il Comune e tutti i dipendenti, sia del Comune stesso che del Casinò, si sono sentiti fin troppo privilegiati. Cosa significa?

    Che nei suoi anni d’oro il Casinò incassava fino a 180 milioni di franchi l’anno. Con essi il Comune finanziava certamente tante opere pubbliche ma permetteva di pagare stipendi d’oro ai dipendenti.

    L’amministrazione parametrava il suo costo della vita a quello svizzero così un dipendente comunale prendeva in media, a seconda della categoria, dagli 80 ai 160 mila euro l’anno. E tutti volevano fare il dipendente comunale ovviamente. Si pensi che su un Comune di appena 2000 abitanti c’erano ben 102 dipendenti.

    Ecco per questa gestione allegra del denaro e certamente per la crisi del gioco in sale fisiche degli ultimi anni il Casinò ha sempre guadagnato meno fino ad accumulare milioni e milioni di debiti e, nel 2018, a dichiarare fallimento.

    Naturalmente in questo periodo gli abitanti della Lombardia e delle regioni limitrofe che avessero il desiderio di giocare, avevano una doppia chance.

    La prima era quella di aprire un account su uno dei portali online certificati Aams, che mettono a disposizione anche diverse tipologie di agevolazioni, come il bonus senza deposito di Leovegas. L’altra era quella di recarsi in uno degli altri 4 casinò presenti in Italia, il più vicino dei quali è quello di Saint Vincent in Valle d’Aosta. Un viaggio non comodissimo insomma.

    La rinascita

    Il 26 gennaio di quest’anno, però, ad oltre 3 anni dalla chiusura, il Casinò di Campione d’Italia ha riaperto i battenti, riallocando i 174 dipendenti e con l’obiettivo di arrivare a ricavi di 40 milioni di euro entro fine 2022.

    Nell’estate del 2021, infatti, il Tribunale di Como aveva ammesso la domanda di concordato avanzata dalla società di gestione del Casinò, dando così l’ok al piano di riapertura e ora per Campione d’Italia si spera in una nuova epoca di splendore con serate vivissime insieme ai migliori personaggi del jet-set mondiale.

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