Terrore all’alba a Gallarate: 35enne arrestato dai Carabinieri per violenza sessuale nel quartiere Cajello
L’intervento immediato dei Carabinieri a Gallarate
I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Gallarate hanno portato a termine un’importante operazione di polizia giudiziaria.
Le forze dell’ordine hanno sottoposto a fermo un uomo di 35 anni di origine gambiana.
L’uomo è gravemente indiziato di violenza sessuale aggravata e lesioni personali aggravate.
L’arresto è arrivato al termine di indagini serrate, scattate immediatamente dopo la segnalazione di un crimine brutale.
Tutto è iniziato grazie alla chiamata al 112 NUE effettuata da un passante.
Il cittadino ha prestato i primi soccorsi alla vittima e ha allertato le autorità, permettendo un intervento tempestivo.
La ricostruzione dell’aggressione
L’aggressione si è consumata alle prime luci dell’alba nel quartiere Cajello di Gallarate.
La vittima stava camminando sul marciapiede per recarsi al proprio posto di lavoro.
L’aggressore l’ha sorpresa arrivando alle sue spalle.
L’uomo ha colpito la donna e l’ha malmenata gravemente per vincere la sua resistenza.
Successivamente, l’ha trascinata con forza dietro le siepi di un’aiuola situata in un parcheggio pubblico.
In quel luogo nascosto si è consumata la violenza sessuale.
Al termine dell’atto, l’aggressore è fuggito a piedi.
Prima di scappare, ha sottratto il telefono cellulare della vittima, portandolo con sé.
Le indagini e le prove scientifiche
I Carabinieri sono riusciti a ricostruire con esattezza la dinamica dei fatti grazie ai rilievi della polizia scientifica.
Un elemento chiave per le indagini è stato un errore commesso dall’aggressore durante la colluttazione.
L’uomo, infatti, ha perso il proprio telefono cellulare sul luogo del crimine.
Il dispositivo è stato rinvenuto dai militari e immediatamente sequestrato.
Oltre a questo elemento, sono state fondamentali le indicazioni fornite da un testimone.
Le forze dell’ordine hanno anche effettuato un’analisi a tappeto di tutti gli impianti di videosorveglianza della zona.
Sono state visionate le immagini delle telecamere sia pubbliche che private presenti nelle vicinanze.
Questo lavoro ha permesso di tracciare il percorso di fuga dell’autore del reato.
Il ritrovamento e l’arresto
Grazie agli elementi raccolti, i Carabinieri hanno individuato l’abitazione del sospettato.
L’uomo, nel tentativo di sfuggire alla cattura, si era barricato in casa fingendo di non essere presente.
Questo escamotage non ha però ingannato i militari.
I Carabinieri sono riusciti a entrare nell’appartamento per effettuare la perquisizione.
L’indagato è stato trovato nascosto all’interno di un letto a cassettone.
Al momento del fermo, l’uomo indossava ancora gli stessi vestiti che erano stati ripresi dalle telecamere di sorveglianza.
L’uomo è stato subito condotto presso la Caserma di Largo Verrotti.
Il recupero della refurtiva e la confessione
Le indagini hanno permesso di recuperare anche il telefono della vittima.
Il cellulare è stato trovato all’interno di una proprietà privata lungo la via di fuga dell’aggressore.
Il luogo del ritrovamento non era distante dall’abitazione dell’indagato.
Una volta in caserma, l’uomo è stato interrogato dal Pubblico Ministero di turno, il dottor Roberto Bonfanti.
Di fronte al quadro probatorio incontrovertibile e alle sue responsabilità, il 35enne ha reso piena confessione.
L’arrestato è stato trasferito presso la Casa Circondariale di Busto Arsizio.
Attualmente si trova in carcere in attesa dell’interrogatorio di garanzia.
Le condizioni della vittima
La donna aggredita è stata affidata alle cure dei medici.
È stata trasportata all’Ospedale Sant’Antonio Abate di Gallarate.
I sanitari le hanno riscontrato ferite giudicate guaribili con una prognosi iniziale di venti giorni.
L’intera operazione è stata coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Busto Arsizio.
Il lavoro degli inquirenti ha permesso di raccogliere elementi gravi, precisi e concordanti contro l’indagato in tempi brevissimi.
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