Chiesa altoatesina, almeno 24 sacerdoti responsabili, e 67 le vittime di abusi sessuali, “tutte le cifre indicate sono una parte minima di quel che è realmente accaduto”
21 Gennaio 2025, agghiacciante la ricerca condotta dallo studio legale Westpfahl-Spilker-Wastl di Monaco di Baviera, da cui emergono 67 casi di abusi sessuali, a sfondo pedofilo, perpetrati da alcuni sacerdoti di età compresa tra i 28 e i 35 anni, ai danni di bambini tra gli 8 ed i 14 anni.
Dal 1965 al 2023, 67 casi di abusi sessuali, “tutte le cifre indicate sono una parte minima di quel che è realmente accaduto”
L’allarmante studio in questione, è stato svolto su richiesta della Diocesi di Bolzano e Bressanone, e presentato ad una conferenza stampa, alla presenza del vescovo Ivo Muser.
Lo studio legale Westpfahl-Spilker-Wastl di Monaco di Baviera, che ha condotto la ricerca :
“Tutte le cifre indicate sono una parte minima di quel che è realmente accaduto”.
“E’ il resoconto di quel che è già venuto alla luce, il fenomeno sommerso è molto più ampio ed è difficile da quantificare”.
Si parla di almeno di 24 sacerdoti rei, e di 59 vittime accertate.
“Il numero complessivo dei casi esaminati è 67 riferibili a un tempo e un luogo preciso, di questi 67, alcuni sono stati dimostrati da confessioni altri sono plausibili, di 14 non abbiamo definito plausibilità”.
Gli autori della ricerca hanno ringraziato la diocesi di Bolzano e Bressanone, per aver messo a disposizione tutti i documenti richiesti, aggiungendo inoltre :
“Per altri casi questo non è accaduto” – questa sarebbe l’unica diocesi – “in tutta Italia su oltre 200, ad aver concesso a organismo indipendente, questo tipo di ricerca”
Casi rimasti anonimi, per tutelare le povere vittime, alcune presenti in sala durante la conferenza stampa.
Tra i tanti casi, quello numero 5 : riguarda un sacerdote che negli anni ’60, si macchiò del primo abuso sessuale, poi continuò a reiterare lo stesso reato.
Per 50 anni il sacerdote macchiatosi di abusi, veniva spostato in continuazione, fu sollevato dall’attività pastorale solo nel 2010.
Un caso nel quale “manca una cultura dell’errore e questo, nel caso degli abusi, è l’inizio della fine”, ha commentato l’avvocato Ulrich Wastl.
Un altro caso il numero 15, la comunità di fedeli si era pure ribellata, ciò nonostante lo stesso prete presunto predatore pedofilo, che avrebbe abusato della povera vittima suicida, celebrò il funerale della stessa.
Ma perché la diocesi collabora e incarica questo studio, di elaborare un report del genere, e negli anni alcuni di questi preti sono stati spostati, ed hanno continuato a reiterare gli abusi ?
Ivo Muser. vescovo della Diocesi di Bolzano e Bressanone : “ogni caso è un caso di troppo, assolutamente di troppo, il mio primo pensiero e la prima riflessione durante questa conferenza stampa sono sempre stati rivolti alle vittime, sia che siano in vita o già decedute”.
“Questo tema colpisce, ovviamente è legata anche ad un forte senso di vergogna : serve il coraggio di guardare”.
“Ho imparato quanto distruttivo, quanto umiliante sia l’abuso sessuale e voglio anche in futuro continuare ad imparare, ad apprendere nella speranza che molti di voi mi diano il loro sostegno su questa strada, su questo percorso”.
“Voglio ringraziare tutte le vittime, tutti i testimoni e tutti coloro che hanno dato il oro contributo affinché questa ricerca, questo lavoro fosse possibile”.
“Voglio esprimere anche la mia speranza e la mia profonda convinzione: la Chiesa deve essere uno spazio e lo deve diventare sempre di più, e questo per me è veramente una strada, un percorso che no si conclude oggi, deve essere uno spazio sicuro per minori, giovani e ovviamente anche per adulti, soprattutto se sono adulti vulnerabili e abbiamo il dovere di prestare particolare attenzione e rispetto” a concluso il vescovo.