Coronavirus. Multato per aver comprato del vino. Allora non lo vendano

Coronavirus. Multato per aver comprato del vino. Allora non lo vendano

La vita è troppo breve per bere vini mediocri. Diceva Goethe. Ma in tempi di epidemia non se ne può proprio bere, al massimo ci si può ammazzare con le sigarette e i sigari.


Leggiamo su Repubblica edizione di Torino* che un uomo è stato multato per essere uscito di casa, in bicicletta, ed avere comprato tre bottiglie di vino ed un pacco di pasta. Speriamo che la sanzione sia arrivata per la pasta, ma ne dubitiamo. Per i militari, l’uscita non era necessaria, per di più pericolosa perché in bici e quindi meritevole di sanzione. 102,50 euro di multa. Tre bottiglia d’annata, insomma. Se la ricostruzione è veritiera non possiamo che consigliare al sig. Vino di fare ricorso. Come si può dire che un pacco di pasta non è necessario? E tre bottiglie di vino? Si punisce il vizio? Quindi chi va in tabaccheria? Se la multa rifugge parametri oggettivi finendo per giudicare i consumi (che non ci risultano siano vietati, nè di bevande alcoliche nè di tabacchi) è chiaro che l’osservanza delle norme non è rimessa ad un metro valutativo certo, ma all’arbitrio del giudicante. Tre pacchi di pasta da mezzo kg e quindi secondo le porzioni medie da 80 g.


sono una scorta più che giornaliera e legittimano una spesa di tre bottiglie di vino? Ma, ci domandiamo, tre bottiglie di vino, quindi poco più di un paio di litri, di per sé non sono anch’esse una scorta secondo le quantità massime consigliate dall’OMS? Che cosa hanno sanzionato i carabinieri? Se questa è l’applicazione delle norme allora meglio vietare la vendita di alcolici e chiudere anche le tabaccherie.

"ADUC - Associazione Diritti Utenti e Consumatori"