Coronavirus, l'emergenza porta con sé molte emozioni, “spiacevoli” e disturbanti

Coronavirus, l'emergenza porta con sé molte emozioni,  “spiacevoli” e disturbanti
 Varese Press e Il centro Baroncini uniti dallo sforzo comune di rispondere all'emergenza coronavirus mettendo a disposizione dei lettori, la professionalità e l'esperienza di un centro medico conosciuto ed attrezzato; all'interno del centro ci sarà un servizio gratuito per i lettori e quanti avranno necessità di aiuto e consigli.
 
Viviamo una situazione nuova per la nostra epoca.Da molti decenni non siamo più abituati a confrontarci con un’epidemia, con un nemico invisibile che ci impone di fermarci, cambiare radicalmente le nostre abitudini e stare distanziati gli uni dagli altri, in un momento in cui, preoccupati per la nostra salute e quella altrui, avremmo bisogno di più vicinanza possibile e di piacevoli distrazioni.

Preoccupazioni sulla propria e altrui salute, difficoltà ad adattarsi alla nuova routine casalinga, la continua condivisione degli spazi con i familiari possono mettere a dura prova il nostro equilibrio psicofisico, irrobustire o mettere a nudo difficoltà preesistenti nello stare con noi stessi e con gli altri.

La situazione di emergenza porta con sé molte emozioni, che normalmente definiremmo “spiacevoli” e disturbanti, spesso tutte insieme e con grande intensità. 
Le emozioni colonizzano i nostri pensieri, abitano il corpo e si riflettono nei comportamenti.
Paura per la nostra incolumità, ansia, tristezza, senso di impotenza, rabbia si presentano prepotentemente. Riconoscerle è il primo passo per stare meglio.

ANSIA E PANICO
Quando siamo ansiosi siamo in continuo stato di allerta, ricerchiamo conferme nell’ambiente rispetto alla possibilità di essere contagiati da un nemico “invisibile”, risposte che è difficile avere. Il pensiero anticipa possibilità negative e il corpo risponde con tensione muscolare, compressione al petto e respiro affannoso e superficiale. Cogliere le difficoltà nel respirare può a sua volta incrementare la paura e la sensazione di essere in pericolo e condurre la persona in un circolo vizioso, fino al panico. 

Cosa fare?
Intanto, è importante sapere che l’ansia può portare con sè sensazioni di soffocamento e respiro difficoltoso. Se si prova questa fatica è utile monitorare i propri pensieri  e capire se qualcosa che abbiamo visto o sentito ci ha messo in allerta.
A questo proposito, è utile limitare le informazioni sulla situazione di emergenza, a due o tre momenti della giornata, scegliendo accuratamente le fonti. Meglio fare riferimento ai siti ufficiali di Regione lombardia e del Ministero della Sanità. 
Parlare e confrontarci con persone a noi vicine, in quel momento non abitate da paura e ansia,può essere un modo utile per aiutarci a ritrovare più tranquillità.
Possiamo inoltre fare riferimento a strategie piacevoli, che si sono dimostrate utili in passato, come distrarsi leggendo un libro o guardando un film coinvolgente.


Se è tutto troppo difficile da gestire, chiedi aiuto ad uno psicologo.

EMOZIONI E CIBO
Ci nutriamo non solo per sopravvivenza: mangiando ci consoliamo, ci premiamo, festeggiamo, condividiamo momenti intimi con persone care.
Per molti di noi, mangiare rappresenta un modo per gestire situazioni emotivamente difficili e in questi giorni di quarantena è facile cedere alla tentazione di aprire il frigorifero per smorzare preoccupazioni, dispiaceri, noia. Come risultato, a seguito di un sollievo momentaneo,  le emozioni disturbanti ritornano amplificate dal senso di colpa.
La fame emotiva è diversa dalla fame fisica: arriva improvvisamente, spesso richiede cibi ipercalorici, si associa al mangiare automatico e inconsapevole, non si accompagna al senso di vuoto e brontolii nello stomaco.

Cosa fare?
Occuparci della nostra alimentazione e delle nostre emozioni è fondamentale per la nostra salute fisica e psichica.
Ogni volta che apriamo in automatico l’armadietto della cucina o abbiamo improvvisamente la tentazione di mangiare cibo ipercalorico, fermiamoci e cerchiamo di capire da cosa siamo spinti: abbiamo sentito il notiziario e ci siamo preoccupati? Siamo arrabbiati con i nostri familiari? Siamo annoiati?
Comprenderne la causa è il primo passo per trovare soluzioni alternative al mangiare per ricercare un senso di benessere, come pensare in maniera approfondita ad un problema se possiamo agire per risolverlo, ricercare un contatto sociale, dedicarsi ad altre attività piacevoli, prendersi cura di sé.


FIGLI E CORONAVIRUS
in questo momento storico anche le routine di bambini e ragazzi vengono stravolte dalla situazione emergenziale che stiamo vivendo. 
Lo stare a casa da scuola per molti di loro può essere sinonimo di vacanza, tuttavia il divieto di uscire di casa e il non poter stare con coetanei e amici può renderli nervosi e arrabbiati. Inoltre, le preoccupazioni che leggono sui volti dei genitori e nelle loro conversazioni può allarmarli, soprattutto in mancanza di informazioni su quanto sta succedendo.  I bambini spesso riempiono i vuoti di conoscenza con proprie fantasie per spiegarsi quando accade e il comportamento delle persone attorno a sè; queste possono essere terrifiche. 
E’ importante quindi spiegare ai propri figli che cos’è il coronavirus, il perchè abbiamo modificato le nostre routine, nonché rispondere a tutte le loro domande e richieste di informazione, adattando il linguaggio alla loro capacità di comprensione e comunicando loro un senso di sicurezza: se ognuno di noi farà la sua parte nel comportarsi responsabilmente, andrà tutto bene. Cominciamo da noi.
Non abbiate timore inoltre di condividere con loro giochi e disegni a tema coronavirus se i bambini lo richiedono: stare con voi  li aiuterà a trovare un senso di sicurezza, nonché a stare in contatto e a rielaborare paure ed emozioni difficili.
 
Dott.ssa Cecilia Aldeghi (Psicologa)