Coronavirus, il Comune rinuncia al plateatico per favorire la ripartenza

Coronavirus, il Comune rinuncia al plateatico per favorire la ripartenza

 

 

L’operazione ha un valore di 350mila euro. Perusin: “Era la prima proposta della nostra Cabina di regia ed è un modello per tutta Italia”

Era la prima delle dieci strade per la ripartenza di Varese, le proposte concrete presentate tre settimane fa dal Comune all'avvio della Cabina di regia per la ricostruzione economica della città. Oggi a Varese la rinuncia al plateatico, la tassa che i locali devono pagare per utilizzare gli spazi esterni, è realtà nei numeri e nei fatti e già si legge, anche su molti giornali, che l'idea nata qui sta positivamente diffondendosi in Italia, dal Nord al Centro e al Sud. Un investimento dal valore complessivo di 350mila euro.

“La proposta di mettere a disposizione dei locali pubblici un budget così significativo – afferma l’assessore alle Attività produttive Ivana Perusin – era il primo punto del nostro piano per la ripartenza economica della città. Consentiremo agli esercenti di poter allargare i locali utilizzando gratuitamente lo spazio esterno, senza pagare il plateatico corrispondente; una proposta che ben si inserisce nella fase di convivenza con la pandemia e, quindi, con la necessità di quei distanziamenti che gli attuali spazi interni dei locali non garantirebbero. Ieri ho proposto all'assessore al Bilancio Cristina Buzzetti e al Sindaco il valore che investiremo in questa iniziativa: prendendo come base i possibili spazi esterni sui quali allargare il servizio dei locali pubblici, stiamo investendo circa 350mila euro; a tanto, infatti, ammonterebbero le entrate per il solo plateatico alle quali rinunciamo, uno sforzo importante che vuole favorire i nostri commercianti che gestiscono bar e ristorazione. È un contributo importante, che potrebbe essere decisivo per riaprire in sicurezza e per ritornare a fatturati tali da consentire una prima ripresa di un settore duramente colpito dal lockdown. Con i soli clienti consentiti dagli spazi interni, infatti, molte attività correrebbero il rischio di non ripartire. Nei prossimi giorni proporrò alla Giunta una delibera in tal senso, così che gli imprenditori di locali pubblici possano da subito rivolgersi agli uffici per presentare progetti di allargamento a spazi esterni; da parte nostra, come Comune, garantiremo una corsia preferenziale a queste pratiche, oltre ovviamente alla già citata gratuità dello spazio che sarà richiesto. Per partire dal 1° giugno, come indicato dal decreto del Governo, i nostri imprenditori avranno così un mese per presentare il loro progetto, ottenere le autorizzazioni e realizzare gli interventi necessari”.

“Come sempre – prosegue Perusin – Varese e il suo Comune dimostrano di essere veloci e di anticipare in alcune azioni quanto serve per aiutare i settori più colpiti da questa emergenza terribile. Abbiamo elaborato questa proposta e la abbiamo messa a disposizione, tre settimane fa, delle nostre categorie economiche. Anche dalle reazioni online dei cittadini, poi, abbiamo visto che l’idea è stata accolta in modo molto positivo. Oggi è una realtà già operativa, con una cifra che il Comune investe a sostegno dei commercianti e, di conseguenza, della vivacità della città. I locali pubblici rendono infatti vivo un territorio e, nella ripartenza, il clima e l’atmosfera saranno davvero importanti. Fa davvero piacere vedere come, anche grazie alla rete e alla velocità dell'informazione, la nostra idea semplice ma concreta sia diventata in questi giorni un esempio anche per altre città del Paese, realtà che hanno a loro volta presentato questa proposta come elemento chiave della ripartenza del commercio nella fase 2. Per noi contano i varesini e la ripartenza dell’economia e del mondo del lavoro in città, ma siamo orgogliosi ogni volta che possiamo aiutare la nostra provincia, la nostra regione e il nostro Paese con le nostre idee concrete e solide. Tanto più in questa fase in cui tutti siamo chiamati a essere una vera comunità, per uscire il prima possibile dall'emergenza e dalla conseguente crisi che essa ha portato”.