Coronavirus, apprezzamento del SAPPE a Capo Polizia Gabrielli

Coronavirus, apprezzamento del SAPPE a Capo Polizia Gabrielli

CARCERI, SAPPE: “APPREZZAMENTO A CAPO DELLA POLIZIA FRANCO GABRIELLI. NON E’ TEMPO DI POLEMICHE STRUMENTALI: PRIORITARIO E’ SUPERARE EMERGENZA PENITENZIARI”

 

“In questo momento particolare per le carceri italiane, prezioso è stato il contributo delle altre Forze di Polizia – e della Polizia di Stato in particolare – nella gestione e risoluzione delle proteste violente degli scorsi giorni, con devastazioni e violenze assurde ed indiscriminate. Al Capo della Polizia Franco Gabrielli deve andare l’apprezzamento di tutta la Polizia Penitenziaria e la nostra solidarietà rispetto agli attacchi senza senso che ha ricevuto per avere avuto invece il merito di richiamare l’attenzione di tutti gli apparati di sicurezza dello Stato sul rischio di nuove rivolte nelle carceri italiane. Noi siamo molto consapevoli della considerazione che Gabrielli ha per noi e lo ringraziamo: non a caso abbiamo chiesto il passaggio del Corpo di Polizia Penitenziaria alle dipendenze del Ministero dell'Interno"

Lo dichiara Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE,

“Sono dunque incomprensibili e irresponsabili gli attacchi che, anche nel nostro interno, sono stati rivolti al Prefetto Gabrielli, di cui si è reso responsabile chi sembra più attento a ricercarsi una visibilità mediatica personale in un contesto assai critico e difficile con polemiche gravi e sgarbate piuttosto che avere il rispetto istituzionale di mantenere un basso profilo su queste vicende”, prosegue. “Parliamo di soggetti che rappresentano solo loro stessi o al massimo circa 100 tra direttivi e dirigenti della Polizia Penitenziaria, che sicuramente neppure hanno condiviso questi attacchi mediatici utili solo ad avere qualche minuto di celebrità (!) personale a discapito del senso delle Istituzioni. L’attenzione mediatica di questi giorni sulle carceri italiane ha inevitabilmente determinato che vi siano stati e vi sono soggetti che tendono “a spararla sempre più grossa”, come ad esempio nel caso del poliziotto penitenziario in servizio in Calabria ma morto a Bergamo dopo mesi fuori servizio, senza capire e comprendere la ricaduta che può avere ed ha avuto la gravità di certe incontrollate affermazioni sul personale di Polizia Penitenziaria sulle loro famiglie. Anche dichiarare uno sciopero bianco in carcere in questo momento è senza senso: ora bisogna stare tutti uniti e vicini ai poliziotti penitenziari in servizio per superare l’emergenza in atto. Come pure ha sottolineato il sottosegretario al ministero della Giustizia, Andrea Giorgis, bisogna mettere da parte ogni polemica, più o meno strumentale e raccogliere le parole del Presidente della Repubblica Mattarella su temi penitenziari”, conclude Capece.