Coronavirurs, aperture e chiusure con studi opinabili

Coronavirurs, aperture e chiusure con studi opinabili

Il documento ( allarmante del Comitato tecnico scientifico) presenta la valutazione dei rischi di diffusione epidemica per la malattia COVID-19 associata a diversi scenari di rilascio del lockdown introdotto l’11 marzo sul territorio nazionale.

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Peccato che nel frattempo lo scenario sia nettamente cambiato e i numeri scesi..

Metodo del conteggio

Metodi La diffusione epidemica è simulata sulla base di un modello di trasmissione SIR stocastico, strutturato per età. Il modello tiene conto della struttura demografica italiana, dell’eterogeneità dei contatti sociali a diverse età e nei diversi luoghi di aggregazione e del rischio di esposizione stimato per diverse categorie professionali.

Nella analisi sono stati presi in considerazione dati dei settori di lavoro “divisi i lavoratori divisi in 7 macro-settori: servizi essenziali, salute pubblica, manifattura, commercio, edilizia, alloggi/ristorazione, altro.”

Stupefacente, in questo studio scoprire che” enl modello di trasmissione il lavoratore in tele-lavoro è considerato alla pari di un lavoratore inattivo, assumendo che questi non abbia contatti con clienti o colleghi.”

Altri dati frutto di peripezie intellettuali:

“in fase di lockdown in Italia i contatti sociali fuori casa/scuola/lavoro (ovvero nei trasporti, per il tempo libero e per le altre attività sociali) si siano ridotti al 10% di quelli osservati in assenza di epidemia. I dati forniti da INAIL suggeriscono anche che il 15% dei lavoratori utilizzi un mezzo pubblico. Sulla base di queste evidenze, è ragionevole pensare che in caso di riapertura di alcuni settori produttivi ci possa essere un aumento dell’utilizzo dei trasporti sia da parte dei lavoratori che da parte del pubblico e abbiamo assunto che i contatti dovuti al trasporto pubblico aumentino al 20%” dato che non si capisce da dove arrivi.

Idem per altre considerazioni:

“assunto inoltre che i contatti legati al Tempo libero aumentino solo in caso di riapertura delle attività di alloggio e ristorazione”, ma se i soldi sono pochi è più probabile che si esca per una passeggiata piuttosto che andare in vacanza, visto che non si può andare fuori regione e il ristorante costa e magari con le condizioni di cui si parla diventa meno “ appetibile”.

Sulle scuole poi:

“I risultati mostrano che riaprire le scuole innescherebbe una nuova e rapida crescita epidemia di COVID-19 (Fig. 7,11). In particolare, la sola riapertura delle scuole potrebbe portare allo sforamento del numero di posti letto in terapia intensiva attualmente disponibili a livello nazionale (Tab.2,3). Assumendo che i contatti in comunità non aumentino, la riapertura dei settori manifatturiero, edile, commercio e ristorazione avrebbe un impatto minimale sulla trasmissibilità dell’infezione (Fig. 8,12). Tuttavia, mentre per il settore edile e manifatturiero questo scenario può considerarsi realistico, per il settore commerciale e di ristorazione un aumento di contatti in comunità è da considerarsi un'inevitabile conseguenza dell’apertura di tali settori al pubblico, e può potenzialmente innescare nuove epidemie.”

Studi e considerazioni su dati incerti e opinabili: essere nella testa degli altri non è così semplice, eppure questi dati vengono tenuti in grande considerazione per ripartenze oppure chiusure future