Cambiano i governi, ma le brutte abitudini rimangono e la nostra PA si conferma ancora, senza vergogna, come la peggiore pagatrice in Europa
La nostra PA si conferma la peggiore pagatrice in Europa
In un caso su tre la nostra PA è inadempiente e si conferma la peggiore pagatrice in Europa e adotta una prassi “diabolica”.
Lo rileva l’ufficio studi della CGIA di Mestre in una news del 29 luglio scorso. La nostra Pubblica Amministrazione, artatamente, paga solamente le fatture più grosse per mantenere stabile l’Indicatore di Tempestività dei pagamenti. La PA ritarda intenzionalmente il pagamento delle fatture di importo minore penalizzando quindi le piccole imprese. La stessa Corte dei conti nella sua relazione ha sottolineato la cattiva prassi che la PA ha adottato. I governi che la nostra italietta ci ha messo a disposizione in questo trentennio di berlusconismo e antiberlusconismo hanno avuto comportamenti standardizzati (anzi istituzionalizzati). Tutti fanno i duri con i deboli e si prostrano davanti ai forti.
La situazione
Nel 2022 la PA ha ricevuto circa 3.737mila fatture per complessivi 20,2 milioni di euro e ne ha pagate circa 2.552mila per 14,8 miliardi. La PA ha così omesso di pagare 1.185mila fatture scadute per un totale di 5,4 miliardi di euro alle P.M.I. Una fattura su tre è rimasta insoluta.
Questi dati, però, non comprendono le fatture a carico delle regioni, province, comuni, comunità montane e di tutto il settore sanitario (che fa capo alle regioni).
50 miliardi di debiti
Nel 2022 la nostra Pubblica Amministrazione aveva un debito commerciale, in gran parte nei confronti delle P.M.I., pari a 49,6 miliardi. Praticamente l’importo del debito è uguale a quello del 2019, anno precedente la pandemia. In Italia i mancati pagamenti sono pari al 2,6% del P.I.L. Questo, secondo Eurostat, ci pone come fanalino di coda di tutta la Comunità Europea.
La Comunità Europea
La Corte di Giustizia Europea ha affermato che l’Italia ha violato l’Art.4 della direttiva U.E. 2011/7 sui tempi di pagamento nelle transazioni commerciali tra pubblico e privato. Nel 2021 la Commissione Europea ha anche avviato una procedura di infrazione nei nostri confronti. Nello specifico la violazione era relativa al noleggio di apparecchiature per le intercettazioni telefoniche. Nel 2022 la Commissione ha aggravato la procedura. Nello scorso mese di aprile ha anche inviato una lettera di messa in mora a carico del sistema sanitario della Calabria.
La possibile soluzione
Secondo l’Ufficio Studi della CGIA di Mestre l’unica soluzione possibile per non indossare più la maglia nera è approvare una legge per la compensazione secca. La legge dovrebbe prevedere una compensazione tra i crediti certi maturati dalle imprese con la PA e i loro debiti fiscali e contributivi.