Somma, le ragioni di Don Basilio Mascetti su Sant’Antonino stanno facendo discutere e quando si discute troppo ci si “spacca”.
Somma, polemiche non da poco, come accade sulle questioni locali, più che su quelle nazionali.
Le cose locali “polarizzano” l’attenzione per le scelte politiche che alla fine vanno pur fatte e scontentano qualcuno.
L’annosa questione di vendere la chiesa sconsacrata di Sant’Antonino, col suo peso economico ma anche i risvolti politici.
Lo diciamo chiaramente, ci sono in ballo i voti dei cattolici che pesano e non poco, a Somma come dovunque.
E lo sa bene Don Basilio, forte della promessa di un progetto di riqualificazione dell’edificio, come ha documentato su Malpensa24
E’ più che comprensibile il ragionamento di Don Basilio che chiede il rispetto dei patti presi dall’Amministrazione (2018).
Don Basilio ha detto chiaramente:
«La gente deve sapere cosa sta succedendo. Qualcosa dal pulpito dovrò dire, perché non avevamo avuto soltanto garanzie di poter avere i soldi che ci servono per il restauro di Santo Stefano.
Nel frattempo ci hanno anche fatto spendere un sacco di denari che avremmo potuto dirottare altrove, creando un danno a tutta la nostra comunità».
Una situazione pesante per il costo economico ma non solo come dire: “Pacta sunt servanda”
Ma quando ci sono di mezzo i soldi si capisce che quella è la priorità e poi qualcuno vicino all’Amministrazione dice apertamente che è meglio investire sul lascito Aielli..
Buon senso vorrebbe che prima di parlare si pensasse e si parlasse solo e soltanto quando si è sicuro, ma si sa che in politica l’importante è il consenso elettorale.
E per essere precisi il sindaco Bellaria nel 2018 aveva dichiarato:
«L’unica soluzione sarebbe trasformarla in una sala civica che oggi il rione di Mezzana non ha», rende noto il sindaco Stefano Bellaria.
La cifra quantificata era un milione di euro per la sua messa a norma ed oggi quei soldi potrebbero essere spesi altrove.
Bellaria era stato chiaro: ” Se la parrocchia vuole vendere Sant’Antonino, dunque, dovrà rivolgersi al mondo dei privati. Altrimenti resterà così come è oggi.
Chiusa e inaccessibile per chissà quanto tempo ancora.
La via d’uscita, oltre al problema anche la soluzione, l’ha indicata Don Basilio, consapevole della difficoltà della Giunta:
«la Secondo Mona ha detto che comprerà l’immobile per cederlo al Comune, pagherà il progetto esecutivo e darà anche un contributo economico».
Una base economica per partire a marcia ingranata. E anche se «resta qualcosa da aggiungere alla spesa, i Comuni capaci riescono a reperire fondi con i bandi».
Fine delle polemiche, no di certo Alberto Nervo (SommaSì), sta con Don Basilio e i malumori ci sono anche nell’attuale maggioranza.
Un milione di euro è una cifra consistente per un comune come quello di Somma, e per un restauro che metterebbe in sicurezza la chiesa e che non si può abbandonare.
I soldi li metterà la Secondo Mona, o così speriamo, per chiudere la vicenda in senso positivo.
Le fratture resteranno e magari ci saranno altri distinguo nella Maggioranza.
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