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    Regolamento Invisibile: c’è, ma nessuno lo vede

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    By Marco Limbiati on 21 Novembre 2025 Sesto Calende
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    Sesto Calende e il Regolamento Fantasma: cronaca ironica di un documento che tutti aspettano, tranne chi dovrebbe portarlo in Consiglio

    A volte, nella vita amministrativa di un Comune, accadono episodi così singolari da sembrare scritti da un autore di teatro dell’assurdo. E la vicenda del Regolamento comunale per l’intitolazione di vie, piazze, impianti, spazi ed edifici pubblici e per l’installazione di epigrafi commemorative appartiene – suo malgrado – proprio a questa categoria.

    toponomastica
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    Un regolamento esiste, è stato trasmesso, è stato letto, studiato, analizzato, e persino commentato dai gruppi consiliari. Eppure, nonostante ciò, non è mai arrivato in Consiglio Comunale. Non una volta, non per un minuto, non nemmeno per sbaglio.

    Questa è la storia di un documento che, a Sesto Calende, pur essendo importantissimo per la memoria collettiva, rischia seriamente di diventare lui stesso oggetto di memoria… e forse anche di una futura epigrafe.


    L’inizio: 3 aprile 2025, quando tutto sembrava normale

    Era una giornata ordinaria, quella del 3 aprile 2025, quando ai gruppi consiliari arrivò la bozza del nuovo regolamento. Un testo serio, ben costruito, che riguarda un tema civile e identitario di primaria importanza: come la città sceglie di ricordare le persone e gli eventi che ne hanno segnato la storia.

    Il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia non solo lesse il documento, ma lo studiò con attenzione e inviò anche integrazioni e osservazioni. Tutto lasciava pensare a un percorso istituzionale lineare, come accade in tutte le amministrazioni: ricezione del testo, confronto tra gruppi, approdo in Commissione o in conferenza capigruppo, discussione e approvazione.

    Ma la normalità, si sa, non sempre è di casa.


    Toponomastica_targa
    Toponomastica_targa

    I mesi passano, il regolamento no

    È qui che la trama inizia a farsi interessante. Perché il regolamento, pur essendo “vivo” nelle intenzioni, nelle carte, nei protocolli, smette improvvisamente di esistere nella pratica quotidiana dell’Amministrazione.

    Niente convocazioni.
    Nessun confronto tra capigruppo.
    Nessuna comunicazione sui tempi.
    Silenzio totale.

    Un silenzio che, incontrovertibilmente, stona con la rapidità – quasi sorprendente – con cui nello stesso periodo sono stati discussi e approvati altri regolamenti: quello sui Comitati di Quartiere, quello sul Consiglio Comunale dei Ragazzi, e altri ancora.

    Insomma: quando si vuole, si corre; quando non si vuole, si parcheggia.

    E il regolamento sulle intitolazioni è rimasto parcheggiato. Ma non in un posto normale: sembra piuttosto nascosto in un garage sotterraneo senza indicazioni.


    La prima richiesta formale: 14 ottobre 2025

    A quel punto, di fronte al mutismo amministrativo, i consiglieri Mario Boatto e Marco Limbiati decidono di scrivere al Sindaco Elisabetta Giordani. Una lettera formale, istituzionale, persino moderata, nella quale si chiede semplicemente:

    1. Perché il regolamento non è stato calendarizzato?

    2. Quando si pensa di portarlo in Consiglio?

    3. È prevista una fase di confronto fra i capigruppo?

    Domande lecite, legittime, civili.
    Risposte ricevute: zero.

    Non un cenno. Non un “La ringraziamo, la sua richiesta è in valutazione”. Neppure un “Messaggio letto alle 12.48”.
    Nulla. Come se la lettera fosse stata spedita direttamente all’Isola Che Non C’è.


    Toponostica
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    La mozione del 21 novembre: quando la pazienza finisce e subentra la determinazione

    Dopo oltre sei mesi di immobilismo, il gruppo consiliare Fratelli d’Italia decide di intervenire con gli strumenti previsti dalla legge: una mozione consiliare.

    Nessuna polemica, nessuna vena di accusa: solo la richiesta, chiara e limpida, di fare ciò che sarebbe dovuto avvenire spontaneamente sin dall’inizio.

    La mozione chiede:

    • di inserire all’ordine del giorno del primo Consiglio utile la discussione del regolamento;

    • di convocare prima un incontro fra capigruppo per eventuali miglioramenti del testo;

    • di restituire alla città un percorso trasparente e condiviso.

    Il tutto spiegato in modo impeccabile, con il pieno rispetto istituzionale e con una nota che vale la pena sottolineare: non è una battaglia politica, ma una richiesta di normalità amministrativa.


    Il lato ironico della vicenda: quando un regolamento rischia di avere bisogno… di una targa

    Come spesso accade nelle storie paradossali, l’ironia si impone quasi da sola. Perché qui il rischio è reale: che prima o poi qualcuno proponga una targa commemorativa dedicata al regolamento stesso.

    Magari con scritto:

    “Qui giace il Regolamento sulle Intitolazioni, presented on 3 April 2025, mai discusso, mai approvato, ma sempre ricordato con affetto.”

    Oppure – ancora meglio – una via:
    Via del Regolamento Dimenticato.

    Del resto, se un regolamento sulle intitolazioni non viene nemmeno discusso, c’è solo da essere creativi…


    VIE
    VIE

    Conclusione: ridiamoci su, ma fino a un certo punto

    La mozione presentata da Boatto e Limbiati è un richiamo alla normalità, alla trasparenza, al rispetto dei tempi e dei ruoli istituzionali.

    Si può sorridere dell’assurdità della vicenda, ma la sostanza è seria: un Comune deve discutere i propri regolamenti, soprattutto quelli che riguardano la storia e la memoria della sua comunità.

    Ora tocca all’Amministrazione dimostrare che questo percorso non è stato interrotto volontariamente o per imbarazzo, ma solo… rallentato.

    Chissà: magari il regolamento, dopo mesi di silenzio, troverà finalmente la strada dell’aula consiliare.
    Se invece dovesse continuare a latitare, beh: a quel punto l’idea della targa commemorativa potrebbe non essere più così ironica.

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    Marco Limbiati

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