Nuovo capitolo della vertenza in atto tra il Comune di Sesto Calende e la Comunità Islamica Ticinese per la moschea.
Il Sindaco ha ricevuto la notifica formale di un ulteriore ricorso al TAR da parte dell’Associazione Islamica Ticinese contro il Comune di Sesto Calende. Prosegue quindi l’azione pervicace degli islamici della zona nel volere una moschea a Sesto Calende.
Riportiamo il testo della dichiarazione del Sindaco Buzzi.
“In realtà, questa azione l’Associazione islamica è da sempre sostenuta dall’opposizione di “Insieme per Sesto” e “Sesto 2030″. Che ha votato a favore della sua localizzazione recentemente in Consiglio comunale, mentre la maggioranza consiliare, con il Sindaco, hanno votato contro.
Il ricorso presentato chiede al TAR di nominare un cosiddetto ‘Commissario ad Acta’ che possa procedere con la localizzazione. Esclusivamente per questo specifico argomento e tuttavia sostituendosi all’Amministrazione Comunale. In questo modo senza che il Consiglio Comunale debba
o possa nuovamente votare, chi a favore o chi contro.
E’ indubbiamente un argomento controverso che farà molto discutere ma la sensazione precisa è che la cittadinanza sia ancora a grande maggioranza contraria alla realizzazione di una moschea. Non per impedire la libertà di culto, che da tempo viene praticato nelle immediate vicinanze sulla sponda
piemontese, ma per scongiurare il potenziale fortemente attrattivo in una realtà territoriale che non è in grado di accogliere un grande numero di fedeli, rispetto ad altre più grandi città della provincia che non sono dotate di tali strutture per il culto”. Conclude il comunicato del Sindaco di Sesto Calende
La replica di Sesto2030 su la moschea
“E’ doveroso fare chiarezza. A Sesto Calende non verrà costruita alcuna moschea con minareti e talacimanni ma la sede dell’associazione islamica, nella quale i fedeli potranno anche (legittimamente) pregare.
Questa causa persa fin dal principio, che tiene in scacco Sesto Calende da più di 10 anni, è costata alle tasche dei cittadini almeno 130000Euro. Di questi tempi, dove si fa fatica ad avere (ad esempio) un campo sportivo dignitoso ed una parete di arrampicata, quella cifra avrebbe fatto comodo per progetti utili alla cittadinanza piuttosto che alimentare una vicenda dall’epilogo già scritto.
Il Sindaco Buzzi è preoccupato per l’affluenza di fedeli in città; la realtà ci dice che gli iscritti, per provenienza geografica, realmente interessati all’eventuale luogo di culto a Sesto Calende (residenti in Lombardia, nel raggio di 20 km) è un numero pari a 150 persone circa. A nostro avviso questo numero è molto più rappresentativo del bacino di utenza di 319 iscritti al quale si riferisce il Sindaco.
Nel consiglio comunale di Giugno, nel quale andò in scena una tragicommedia nella quale la maggioranza votata contro la propria stessa delibera di giunta per l’individuazione dell’area di culto, il capogruppo Colombo argomentava la scelta controversa parlando di volontà di voler fare REALE integrazione e quindi la necessità di cercare un’area utile in centro città. Probabilmente vorrà regalare un piano del nuovo palazzone da 33 mt, che verrà costruito proprio in centro, per permettere alla comunità islamica di pregare comodamente nel centro della nostra città.
Crediamo che Sesto Calende meriti serietà, meriti molto di più di un’Amministrazione che, piuttosto di ammettere di aver sbagliato, sia disposta mentire e farsi commissariare”. Conclude la nota a firma di Giorgio Circosta.