Saronno: vittima del centralismo romano
Il caso di Saronno è l’ennesima dimostrazione di un sistema che soffoca l’autonomia locale. Il sindaco Augusto Airoldi ha deciso di dimettersi per sbloccare una situazione ormai insostenibile.
Il consiglio comunale, diviso a metà tra maggioranza e opposizione, non è riuscito ad approvare il bilancio previsionale. L’astensione della presidente Marta Gilli ha contribuito allo stallo.
Un gesto di responsabilità
Airoldi ha scelto di farsi da parte per il bene di Saronno. Ha chiesto ai consiglieri di dimettersi in blocco, così da permettere nuove elezioni il prima possibile. L’obiettivo è ridurre al minimo la gestione da parte del commissario prefettizio, nominato dallo Stato.
Questa scelta evidenzia un problema più grande. I sindaci lombardi si trovano spesso bloccati da un sistema che non lascia loro margine di manovra. Ogni decisione è influenzata da regole imposte dall’alto, lontane dalla realtà locale.
Un sistema che soffoca le città
In Lombardia, come in molte altre regioni del Nord, i comuni sono ostaggio di un centralismo soffocante. I sindaci non hanno autonomia reale e devono sottostare a norme rigide decise da chi non conosce i territori. Questo porta a paralisi amministrative come quella di Saronno.
Il problema non è politico, ma strutturale. Né la destra né la sinistra hanno il coraggio di cambiare le cose. Anche un’eventuale vittoria del centrodestra non risolverebbe nulla, perché nessuno mette in discussione il modello centralista.
Saronno simbolo della Lombardia
La vicenda di Saronno non è isolata. È il simbolo di una regione che non può decidere per sé stessa. Ogni anno, la Lombardia versa più tasse di quante ne riceva indietro, eppure le sue città sono costrette a chiedere il permesso per ogni intervento.
I cittadini pagano il prezzo più alto. Senza autonomia vera, i servizi locali peggiorano e le amministrazioni restano impantanate in lungaggini burocratiche. Questo danneggia lo sviluppo e frena le opportunità per le imprese e le famiglie.
Federalismo come soluzione
L’unica via d’uscita è un federalismo autentico. Saronno e tutte le altre città lombarde devono poter gestire le proprie risorse e prendere decisioni senza l’interferenza dello Stato centrale.
Oggi, invece, la Lombardia è trattata come una colonia fiscale. Viene spremuta economicamente senza ricevere in cambio i mezzi per amministrarsi in modo efficiente. Questo è inaccettabile per una delle regioni più produttive d’Europa.
Saronno deve guardare avanti
La speranza è che Saronno possa tornare presto al voto e scegliere un’amministrazione che lavori per la città. Ma senza un cambiamento radicale nel sistema, anche il prossimo sindaco rischia di trovarsi con le mani legate.
È il momento di unire le forze per chiedere più autonomia. Non si tratta di politica, ma di buon senso. Saronno merita di essere governata da chi conosce il territorio, non da funzionari inviati da Roma.
Il futuro della città dipende dalla capacità dei suoi cittadini di far sentire la propria voce. Solo con un vero federalismo la Lombardia potrà finalmente decidere il proprio destino.
Fonte
Patto Nord
Lisa Molteni
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