Sabato 5 ottobre Ordinazioni Diaconali 2024 nel Duomo di Milano.
Sabato 5 ottobre, alle 9, nel Duomo di Milano, l’arcivescovo Mario Delpini presiederà una celebrazione solenne in occasione delle ordinazioni diaconali: diretta su Telenova (canale 18 del digitale terrestre), www.chiesadimilano.it e youtube.com/chiesadimilano. Tra i candidati ci sono 11 seminaristi diocesani, di cui uno di origini equadoregne, più un seminarista del Sud Sudan che ha compiuto il cammino di formazione presso il Seminario di Milano e poi verrà ordinato sacerdote nella sua diocesi di Rumbek. Con loro anche 7 seminaristi del Pontificio Istituto Missioni Estere (2 dell’India, 2 del Bangladesh, 1 del Ciad, 1 del Camerun e 1 formatisi con il Pime, ma appartenente alla diocesi di Dinajpur in Bangladesh), e infine Carlo Pietro Giorgi, 55enne milanese, che ha compiuto il cammino formativo in Libano.
L’ordinazione rende il diacono membro effettivo del clero e facente parte della gerarchia ecclesiastica di una specifica Diocesi (o Istituto Religioso) in cui è incardinato e non è escluso possa anche ricoprire ruoli di guida o direzione di una comunità [cathopedia].
🔸Alcuni dati
Attualmente, nella nostra Diocesi sono presenti 157 diaconi permanenti, con incarichi inerenti settori della pastorale (famiglia, carità, missione, cultura, salute, scuola) in un ambito territoriale, per lo più decanale. Si sono formati su un cammino di 5 anni, fatto di incontri diocesani e, in parallelo, di studio per il conseguimento della Laurea triennale in Scienze religiose.
L’82% dei diaconi ambrosiani è sposato.
Caratteristiche generazionali:
• 26-40 anni: 2
• 41-65 anni: 77
• 66-75 anni: 51
• 75 over: 27
Consacrali nella Verità, il motto scelto dai Candidati 2025.
“Consacrali nella Verità” è il motto scelto da loro tratto dal Vangelo di Giovanni 17,17
“In questa grande preghiera d’intercessione, il Figlio chiede che i suoi siano consacrati nella verità. Poiché solo Dio è il Santo, ogni santità deriva dalla partecipazione alla sua santità; quindi, consacrare o santificare (o sacrificare – sacrum facere, rendere sacro, divino) qualcosa o qualcuno consiste nel “toglierlo” dal mondo e consegnarlo al Dio vivente. Conseguentemente la persona (o la cosa) non appartiene più a se stessa, ma viene donata a Dio. Questa diviene totalmente sua per essere messa a disposizione degli altri, di tutti. Inoltre, la verità a cui si riferisce il Signore non è un concetto astratto ma Egli sta parlando di se stesso (Gv 16,4), la Parola vivente di Dio, origine, fondamento e fine ultimo della vita di ogni uomo. Cristo chiede al Padre: “rendili una cosa sola con me, legali a me!”; allo stesso tempo ci chiede di perdere noi stessi («Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà» – Mt 16,25). Quando finalmente osiamo perdere noi stessi per il Signore, sperimentiamo quanto sia vera la promessa racchiusa nella sua parola.”
Come immagine abbiamo scelto un dipinto ad olio dell’artista Mike Moyers dal titolo The Lord is My Light. Nel quadro, ispirato a Gv 1, si vede una luce che irrompe dalle tenebre (creazione) e che discendendo sulla terra (incarnazione) illumina tutto intorno andando a formare, con essa, una croce (redenzione). Possiamo chiedere di essere consacrati in Lui proprio perché per primo il Figlio si è unito a noi e ci ha riaperto la strada del Cielo. Questa luce, risplendendo, rischiara e colora l’oscurità: le pennellate rappresentano gli uomini che, più sono lontani da Dio, più sono nelle tenebre, mentre, più si avvicinano alla croce, più risplendono della sua luce. Ci piace l’immagine della croce che risplende nella notte del mondo, della Speranza nuova e definitiva che sorge con la risurrezione di Cristo.
Accompagniamo i candidati 2025 sin da ora con la preghiera!
Olgiate Comasco e ATS Insubria, evento per il benessere sociale