Il Tribunale di Sorveglianza di Milano ha deciso che Vallanzasca non merita la semilibertà perché “è ancora intemperante”.
Vallanzasca non merita la semilibertà?
I giudici hanno rigettato un’altra richiesta di liberazione condizionale, o in subordine di semilibertà: Vallanzasca non merita la semilibertà.
Inoltre negli giorni scorsi il Pubblico Ministero Adriana Blasco ha chiesto di applicare a Vallanzasca altri 6 mesi di isolamento diurno sulla base del calcolo del cumulo pene.
Il bel René, secondo il tribunale, non si è ravveduto e non ha risarcito le vittime e le sue condizioni di salute non possono avere rilievo.
Lo scorso agosto il capo della banda della Comasina, al ritorno da un permesso premio, ha avuto un diverbio con un agente della penitenziaria durante il controllo delle urine.
Per il suo comportamento il 72enne ha meritato un richiamo facendo emergere che a tutt’oggi il suo carattere è ancora intemperante.
Il tribunale respinge la richiesta del 72enne ex Re della Comasina, dopo 50 anni trascorsi in carcere con lo spettro del “fine pena mai”.
È la seconda richiesta che viene respinta, dopo quella bocciata dai giudici milanesi con conferma della Cassazione nel marzo 2021.
La rapina impropria in semilibertà
Nel 2014 mentre era in regime di semilibertà fu sorpreso in un tentativo di rapina in un supermercato a Milano.
Il bottino della rapina fu ridicolo per un personaggio come il suo (mutande e oggetti vari di poco valore).
A causa di questa “rapina impropria” il tribunale gli revocò la semilibertà.
Il bel René che era stato condannato complessivamente a 4 ergastoli e 296 anni di prigione tornò tra le mura del carcere.
La carriera criminale del bel Renè
La sua carriera criminale è stata breve, ma molto intensa, è cominciata con un’infanzia difficile e il carcere minorile del Beccaria a soli otto anni.
Durante l’adolescenza fondò la Banda della Comasina e in poco tempo a forza di furti e rapine divenne molto ricco.
Bello prestante, biondo e con gli occhi azzurrissimi divenne un personaggio celebre con il soprannome di “bel Renè”.
Nel 1972 fu arrestato per rapina, condannato a 10 anni e rinchiuso nel carcere di San Vittore.
In seguito ai suoi continui tentativi di fuga, alle risse e pestaggi fu trasferito 36 volte girando quasi tutte le carceri italiane.
Nel 1976 evase e cominciò la latitanza, ma fu subito accusati dellomicidio dell’appuntato Bruno Lucchesi freddato durante un controllo al casello di Montecatini.
Durante la latitanza fu accusato di oltre 70 rapine e di aver causato la morte di quattro poliziotti, un medico e un impiegato di banca.
Poi cambiò settore e organizzò quattro sequestri di persona.
Il 6 febbraio del 1977 fu fermato per un controllo al casello di Dalmine.
Vallanzasca viaggiava con due complici Michele Giglio e Antonio Furato, ci fu una sparatoria in cui persero la vita Furato e due agenti della polizia stradale.
Partì la caccia all’uomo e il 17 febbraio il “bel Renè” ferito e braccato fu catturato a Roma all’età di ventisei anni.
Gli ultimi anni in carcere
Nell’aprile del 1980 ci fu il suo ultimo colpo di coda con la fuga da San Vittore e la successiva sparatoria per le vie di Milano fino alla sua cattura con nove complici.
Nel 1981 nel carcere di Novara, durante una rivolta, uccise a coltellate Massimo Loi accusato di essere un delatore e una spia.
Nel luglio del 1987 evase l’ennesima volta attraverso l’oblò del traghetto che da Genova lo stava portando al carcere di Nuoro in Sardegna.
Ma la sua fuga si fermò dopo quasi un mese a Grado, dopo aver trascorso la latitanza in quella località come turista.
L’ultimo tentativo di fuga fu quello dal carcere di Nuoro nel 1995 in cui probabilmente aveva ricevuto l’aiuto della sua legale con la quale probabilmente aveva un legame.