Albertini, la concretezza, l’esperienza e il suo trascorso politico come sindaco di Milano.
Gabriele Albertini (Milano, 1950), ha conseguito il diploma di maturità classica presso l’istituto dei
frati gesuiti Leone XIII, e si è laureato in giurisprudenza presso l’università di Milano.
Dal 1974 al 1997 è stato Vice Presidente e Amministratore Delegato di “Albertini S.p.A.
azienda fondata nel 1932da suo padre Cesare Vice Presidente di Assolombarda (Associazione Industriale Lombarda) e Presidente di Federmeccanica (Federazione Sindacale dell’Industria Metalmeccanica Italiana)
Sindaco di Milano per due mandati: 1997-2001 ; 2001 – 2006.
Nella splendida iniziativa dei “Repubblicani”, la call citata nell’articolo
Albertini parte nella call raccontando quanto Berlusconi ci tenesse alla sua persona, e questo nonostante lui non avesse voglia di accettare la candidatura per non scendere a compromessi.
Il suo carattere di imprenditore abituato ai risultati concreti senza scendere a compromessi.
Eppure Berlusconi riuscì a fargli cambiare idea, puntando sulla conoscenza di Albertini, il suo piglio imprenditoriale e dirittura morale.
L’esperienza da sindaco, pesante ma importante viene illustrata nell’evento.
Albertini sceglieva personalmente i suoi collaboratori, e non era “ostaggio” dei partiti come accade oggi a Sala.
Le sue scelte erano dettate dal ” rigore assoluto” e cita le “lacrime della Pirelli”, episodio citato.
La Pirelli stava sviluppando tutta l’area dismessa della Bicocca e aveva posto il problema della Scala per i lavori da fare.
L’esempio del teatro; “mastini” per controllare i lavori che venissero fatti” in tempo e bene” e lamentele di personaggi come Marco Tronchetti Provera.
Nella riunione ad hoc, grandi dirigenti della Pirelli che raccontavano la loro versione e le loro obiezioni.
L’assalto della Pirelli finisce col pianto, dopo che la pila di documenti molto onerose viene firmato in prima persona da Albertini.
“Dobbiamo essere come Cesare e sua moglie”, afferma il sindaco, facendo capire che non c’erano regali per nessuno.
Una dirittura morale unica, quella di Albertini, un esempio per tutti coloro che era consapevole che stare con Berlusconi, sapevano di essere “sotto osservazione”.
Nessuna nomina a persone con “carichi pendenti”, e alcune persone col senno di poi si è visto che hanno avuto guai seri con la giustizia.
Albertini sentiva il peso e la responsabilità della buona amministrazione e fa l’esempio dal gruppo Alibabà consulenti molto ascoltati.
I “patti di integrità“: la stazione appaltante aveva possibilità di eliminare appaltanti sospetti, incongrui, e non all’altezza, eliminandoli da altri appalti e neppure ricorrere; un sistema che ha tolto 600 aziende scorrette.
Un esempio di quanto Albertini ha messo in piedi per tutelare la sua persona e l’Amministrazione comunale.
Il controllo senza guardare in faccia a nessuno, imprenditorialità e legalità da cui è nato il record delle opere pubbliche senza avvisi di garanzia.
E i risultati ci furono quasi 500 mila voti, e Borrelli il capo della Repubblica che fece il voto disgiunto, a dimostrazione della stima della persona.
L’eletto dai cittadini ha una caratteristica: può sciogliere se stesso. Come dire, libero.
Tanto libero, che nel momento della nomina scrisse una lettera di dimissioni senza data.