In occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale, una festa dove sono stati protagonisti gli Ospiti della Casa Nuovi Orizzonti di Cantello
Un convegno molto particolare, quello di ieri mattina a Cantello. Con relatori di eccezione: gli Ospiti della Casa Nuovi Orizzonti di Cantello. In platea gli Operatori.
Un convegno “al contrario” rispetto a quello a cui siamo abituati per celebrare la Festa della Salute Mentale, nel mese in cui ogni anno ricorre la Giornata Mondiale per la Salute Mentale, un appuntamento istituito dall’OMS nel 1992 per sensibilizzare l’opinione pubblica nei confronti della salute mentale.
UN CAMBIO DI PROSPETTIVA
Ma chi meglio degli Ospiti sa cosa vuol dire parlare di salute mentale? E allora per due ore hanno parlato loro, portando la propria testimonianza sul tema: “Siamo tutti protagonisti nella salute mentale”.
“La gioia più grande è quella di preparare il caffè tutte le mattine – dice Alessandra, questo mi rende una persona autonoma.” O ancora Franco che vive in un appartamento protetto: “Mi sento indipendente e autonomo, mi piace uscire da solo e andare a Varese. Vivo in un piccolo appartamento, ho una casa di cui prendermi cura. Con i miei coinquilini stabiliamo il menu, facciamo la spesa e cuciniamo.”
Un cambio di metodo, quest’anno per la prima volta. “Una nuova prospettiva – sottolinea Stefano Marazzi, responsabile della casa Nuovi Orizzonti – che ci ha fatto meglio cogliere la profondità del quotidiano che viviamo e che ogni tanto ci sfugge.”
LA RAPPRESENTAZIONE TEATRALE
Nel pomeriggio la festa è continuata con “Libertà, scrittura di ragazzo”, dove ancora una volta protagonisti sono stati gli Ospiti di Cantello, questa volta spettatori in un “teatro” a cielo aperto dove gli operatori della struttura hanno “dato voce” ai loro testi e poesie prodotti nel laboratorio di parola.
LE “COSE CHE FANNO STAR BENE” IN COMUNITA’
Una giornata davvero sorprendente in cui “abbiamo potuto dar voce – racconta Claudia, un’operatrice – al percorso dei nostri Ospiti, ma anche ai loro desideri, alla salute, ma anche alla malattia. E poi alle “cose” che fanno star bene…” E tra queste c’è chi ha parlato di lavoro, di ricordi, di rapporti con i familiari o delle proprie passioni che si è portato anche in comunità.
LABORATORI IN MOSTRA
È proprio una passione, mantenuta e conservata, quella che permette, a volte, di stare in piedi nella vita. Come ha ricordato Domenico: “Vi ringrazio perché mi permettete di suonare. Per me la musica è vita.” Così è la scrittura per Mario: “La poesia mi aiuta ad affrontare la malattia.” O ancora gli stupendi fiori di carta di Isa. Passioni che diventano poi patrimonio di tutti, di tutto il percorso in comunità. Proprio da qui, infatti, nascono dei veri e propri laboratori, come il laboratorio di fiori, appunto, ma anche il laboratorio di creta, quello di cucina “Mani in pasta” che ha preparato i dolci per il coffee break.
Passioni che in alcuni casi sono diventate anche delle piccole mostre personali: l’esposizione di modellismo di Liborio o le mostre di arte di Alessandra, Davide e Vincenzo.
“Una giornata davvero carica di emozione – conclude Emilio Curtò, presidente del Gulliver – dove abbiamo toccato con mano, ancora una volta, il quotidiano lavoro degli operatori per mettere gli ospiti al centro, guardando ognuno in modo unico e speciale, per avviarli all’autonomia, per valorizzare le piccole grandi conquiste di ogni giorno, al di là delle fragilità, per ascoltarne vissuti ed opinioni. Davvero il Gulliver è il luogo dove la fragilità diventa forza.”