### Il Caso di Andrea Bossi: Nuove Rivelazioni nell’Interrogatorio (ANSA).
Nel pomeriggio del 4 aprile, Michele Caglioni, ventenne di Cassano Magnago (Varese), coinvolto nell’omicidio di Andrea Bossi, ha fornito la sua testimonianza durante un lungo interrogatorio, durato oltre tre ore, presso il carcere di Busto Arsizio.
Caglioni, arrestato insieme a Douglas Carolo, ventunenne di Samarate (Varese), si trova al centro di un’indagine che ha scosso l’opinione pubblica, a seguito della tragica scomparsa di Bossi, ventiseienne ucciso nella notte tra il 26 e il 27 gennaio.
Sotto la guida del pm Francesca Parola, Caglioni ha tentato di ricostruire gli eventi di quella fatale notte, durante la quale Bossi fu tragicamente assassinato nella sua abitazione di via Mascheroni, a Cairate, con un colpo di coltello alla gola.
Nonostante il contenuto dell’interrogatorio rimanga confidenziale, a causa del segreto istruttorio, fonti vicine all’indagine rivelano che Caglioni avrebbe mostrato serenità, nonostante alcuni momenti di confusione nel racconto delle dinamiche notturne.
L’elemento più rilevante emerso durante l’interrogatorio riguarda la posizione di Caglioni al momento del delitto.
Cairate. L’indagato sostiene con fermezza di non essere stato presente nell’appartamento al momento dell’uccisione di Bossi.
Secondo il suo racconto, sarebbe stato il solo Carolo, condotto a Cairate su un monopattino da Caglioni stesso, a trovarsi nell’abitazione, mentre il ventenne attendeva all’esterno sulla strada.
Queste nuove dichiarazioni aggiungono ulteriori tasselli al complicato mosaico dell’indagine sull’omicidio di Andrea Bossi, ponendo nuove domande sulle effettive dinamiche e responsabilità della tragica notte.
La comunità attende con ansia ulteriori sviluppi, sperando che la verità emerga presto, per dare giustizia a Bossi e ai suoi cari.
La lettera inviata al programma “La Vita in Diretta “, passaggio fondamentale della lettera pubblicata sul Corriere Adriatico:
“trovai Andrea in una pozza di sangue con Douglas sopra che gli teneva il coltello infilzato sulla gola. In quell’istante mi paralizzai istantaneamente. Lui non esitò ad alzarsi e a chiudere la porta. Pochi attimi dopo suonarono alla porta – continua il ragazzo – io mi ripresi un secondo dallo stato di shock, non ho avuto il tempo di reagire che Douglas estrae il coltello dal collo di Andrea, mi tappa la bocca e mi tiene il coltello alla gola per non poter chiedere aiuto. Poi ha iniziato a togliere tutto l’oro che Andrea aveva addosso. Dopodiché mi trascinò in giro per la casa nel tentativo di far sparire tutte le prove che potessero ricondurlo ad Andrea».
E proprio l’arma del delitto potrebbe ora scagionare Michele: «Io non ricordo esattamente dove ha buttato il coltello – scrive ancora – ma dovrebbe essere in un tombino nella zona del maglificio, a Cairate”