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    Protesta del quartiere Sant’Anna

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    By Gianni Armiraglio on 13 Gennaio 2022 Busto Arsizio
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    Busto Arsizio – temperature caraibiche nelle case del “quartiere condominiale” Sant’Anna.

    La protesta del quartiere Sant’Anna di Busto Arsizio sta aumentando di giorno in giorno. “Se devo spendere così tanti soldi per riscaldare il mio appartamento tanto vale che vada ai Caraibi” – dice uno dei residenti.

    Temperature anche fino a 27 gradi

    Ci è stato riferito che negli appartamenti, collegati al teleriscaldamento del quartiere, le temperature sono anche di 27 gradi centigradi.  Personalmente siamo arrivati, durante una visita, a 25 gradi.

    Pensare che per legge non si dovrebbero superare i 20 gradi con una tolleranza di + 2 gradi. https://www.businessonline.it/articoli/riscaldamento-condominiale-temperatura-minima-obbligatoria-e-orari-per-legge.html

    Tutto nasce dall’allacciamento al teleriscaldamento di Sant’Anna e da come, nonostante la presenza di termoregolatori (per alcuni mal messi e irregolari) le temperature siano elevatissime.

    La salute degli abitanti

     Essendo il riscaldamento a pavimento, i piedi bollono e le finestre di parecchi appartamenti sono tenute aperte in pieno inverno.

    Ci viene fatto notare che con simili temperature dal pavimento si sollevano polveri e inquinanti che potrebbero essere pericolosi per la salute.

    Ripartizione delle spese di riscaldamento

    Inoltre, a quanto pare, la ripartizione delle spese avviene sulla base dei metri quadri e non seguendo quanto prevedono le nuove normative europee, recepite anche in Italia. tra cui il  D.Lgs. 14 luglio 2020 n. 73.

    C’è parso di capire che la tabella millesimale per la ripartizione delle spese tiene conto solo dei metri quadri e non è redatta  sul parametro del fabbisogno termico di ogni unità immobiliare. Quindi in base alle caratteristiche di efficienza dell’involucro esterno e dell’esposizione dei vari immobili.

    In pratica

    All’atto pratico la protesta del quartiere Sant’Anna, a detta di alcuni residenti, ha come risultato bollette salatissime, non rispetto delle norme europee ed italiane per il riscaldamento degli edifici, ’impossibilità di usufruire del super bonus del 110%, per quanto riguarda gli impianti di riscaldamento, aggravi delle spese di manutenzione.

    Perdita di valore delle case e super condominio

    Ma c’è dell’altro. Per prima cosa la perdita di valore delle proprie abitazioni, nessuno vuole comprare con simili spese, a meno di abbattere sensibilmente i prezzi.  Poi l’esistenza di un “sedicente” super condominio che amministrerebbe in modo anomalo il teleriscaldamento e la conseguente ripartizione delle spese.

    Condomini anomali

     Di anomalie nel quartiere ce ne sarebbero altre.

    I vari edifici amministrati, a quanto pare, come singoli condomini, ci dicono dovrebbero essere in realtà ciascuno un super condominio, avendo in comune tetto, fondamenta e alcuni servizi, oltre che servitù varie. In pratica l’amministrazione dei vari stabili avverrebbe senza tener conto delle nuove normative sull’amministrazione dei super condomini (art. 1117 bis del Codice Civile).

    E il perché dovrebbe essere chiesto ai vari amministratori dei trenta edifici che formano il villaggio.

    Mappa del Quartiere Sant’Anna con i vari fabbricati

    Un super condominio che gestisce un servizio?

    Sopra questi super condomini, con modalità gestionali differenti dal condominio singolo, ci sarebbe poi, per il riscaldamento, un altro super condominio.

    Già questa di un super condominio per gestire un servizio a molti risulta un’anomalia.

    La base della protesta del quartiere Sant’Anna

    Il Super Condominio Teleriscaldamento è alla base della protesta del quartiere Sant’Anna. Quando ALER (Azienda Lombarda Edilizia Residenziale), che aveva ereditato il quartiere da INA  Casa, ha  messo in vendita gli appartamenti, restava da decidere cosa fare del teleriscaldamento, nato col quartiere negli anni ’60 del secolo scorso.

    ALER è rimasta  con l’impianto di teleriscaldamento (centrale e tubature di collegamento ai vari edifici) e con alcuni appartamenti.   Si sarebbe poi deciso di cedere il servizio del riscaldamento al Super Condominio Teleriscaldamento.

    Il codice fiscale del Super Condominio

    Le fasi di costituzione del Super Condominio Teleriscaldamento sembrano essere un po’ nebulose, in quanto si è dovuto anche ricorre ad un giudice, per far nominare un amministratore.

    A parte i numerosi cambi di sede del Super Condominio Teleriscaldamento, per amministrare il Super Condominio Teleriscaldamento ci viene detto che si usa il codice fiscale di ALER!

    Questa sembra essere un’anomalia, ma non ‘c’è stato, a quanto pare, nessun intervento da parte di alcuna Pubblica Autorità che controlli le normative in materia fiscale

    Per sempre uniti?

    Naturalmente l’aver istituito, secondo alcuni, un “sedicente” Super Condominio Teleriscaldamento è la base dei problemi gestionali e dell’impossibilità di fare a meno dell’oneroso servizio di teleriscaldamento.

    Infatti, pur non essendoci nulla a rogito (dai rogiti non risulta che i proprietari di unità immobiliari di Sant’Anna siano anche proprietari del teleriscaldamento), risulterebbe che da un servizio di teleriscaldamento ci si può anche staccare da un super condominio no.

    Il ruolo della Chiesa

    C’’è un’altra anomalia. La Chiesa di Sant’Anna si è staccata dal teleriscaldamento. Gli altri proprietari, essendo un super condominio, non potrebbero farlo. Se lo fanno devono comunque far fronte alle spese di manutenzione e rinnovo degli impianti.

    Il ruolo del Comune condomino

    Entra poi in gioco anche il Comune di Busto Arsizio che mette a bilancio le spese dovute al Super Condominio Teleriscaldamento per Asilo e Centro Sociale, sembrerebbe senza mai aver sollevato questioni se un servizio può essere gestito come super condominio. Minimo, se è un condomino, dovrebbe chiedersi cosa paga e a chi.

    Servizi come super condomini di quartiere

    Si può prendere un servizio di un quartiere e farlo diventare un Super Condominio, anche se tutti fossero d’accordo, e non lo sono?  Francamente la cosa sembra poco probabile, qualcuno, inascoltato, se lo sta chiedendo da anni, altri cominciano a chiederselo.

    In quello che è stato definito “Villaggio Sant’Anna, illuminazione, taglio dell’erba, acqua potabile, fogne, manutenzione delle strade ecc. non sono certo gestite come super condominio, essendo il Villaggio Sant’ Anna, a tutti gli effetti, un quartiere di Busto Arsizio

    Probabilmente la gente si era convinta o era stata convinta che la soluzione migliora per amministrare il teleriscaldamento fosse quella di costituire un super condominio. Ma c’erano i presupposti legali per farlo?

    In Italia super condomini come funghi

    In questo modo nulla vieterebbe  di costituire centinaia, per non dire migliaia, di super condomini per gestire le più svariate situazioni di servizi in comune od altro tra case di un quartiere. Non sembra essere questo lo spirito della legge che ha riconosciuto i super condomini.

    A chi giova?

    A chi giova questa situazione? Non certo agli abitanti del quartiere, costretti a pagare, a quanto pare,  bollette di riscaldamento assurde. E coi nuovi aumenti? C’è da spararsi.

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    Aler busto arsizio comune protesta quartiere Sant'Anna super condominio teleriscaldamento
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    Gianni Armiraglio

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