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    Poliziotto penitenziario si suicida a Milano. Un assistente capo coordinatore del Corpo di Polizia Penitenziaria si è tolto la vita lanciandosi dal secondo piano di un centro commerciale a Milano.
    Poliziotto penitenziario si suicida a Milano. Un assistente capo coordinatore del Corpo di Polizia Penitenziaria si è tolto la vita lanciandosi dal secondo piano di un centro commerciale a Milano.

    Busto, poliziotto aggredito in carcere

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    By Redazione on 18 Novembre 2025 Busto Arsizio
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    BUSTO ARSIZIO, VIOLENTA AGGRESSIONE IN CARCERE: FERITO POLIZIOTTO

     

    Violenta aggressione in carcere a Busto Arsizio.

    Un agente della Polizia Penitenziaria è rimasto ferito dopo l’attacco di un detenuto. L’episodio ha riacceso il dibattito sulla sicurezza nelle strutture penitenziarie italiane.

     

     

    L’aggressione in carcere  a Busto Arsizio

    L’incidente è avvenuto ieri mattina, intorno alle 11:00, nella Casa circondariale di Busto Arsizio. Un detenuto marocchino, già sottoposto al regime speciale dell’articolo 14-bis O.P., ha colpito con pugni un agente. L’attacco è scattato subito dopo che il poliziotto aveva autorizzato una telefonata.

     

    —

     

    Ferite e conseguenze per l’agente

    Il poliziotto è caduto a terra, riportando una ferita alla testa e dolore alla caviglia. È stato trasportato in ospedale, dove ha ricevuto un punto di sutura e sei giorni di prognosi. Fortunatamente, la Sorveglianza Generale è intervenuta rapidamente, evitando conseguenze più gravi.

     

     

    La denuncia del sindacato SAPPE

    Alfonso Greco, segretario regionale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (SAPPE), ha denunciato l’accaduto. Ha sottolineato come episodi simili siano sempre più frequenti e come il personale viva condizioni di lavoro difficili e rischiose.

     

     

    Solidarietà e richieste di intervento

    Donato Capece, segretario generale del SAPPE, ha espresso solidarietà agli agenti di Busto Arsizio. Ha ribadito la necessità di misure urgenti per ristabilire il rispetto nelle carceri. Secondo Capece, è indispensabile trasferire i detenuti violenti in istituti più restrittivi e applicare con rigore l’articolo 14-bis.

     

    —

     

    Un problema nazionale

    La violenta aggressione in carcere non è un caso isolato. In molte strutture italiane si registrano episodi simili. Gli agenti denunciano turni insostenibili, carenza di personale e condizioni di lavoro che mettono a rischio la loro sicurezza.

     

    —

     

    Il regime 14-bis O.P.

    Il regime speciale previsto dall’articolo 14-bis dell’Ordinamento Penitenziario consente di limitare alcune libertà dei detenuti più pericolosi. È uno strumento pensato per garantire ordine e sicurezza. Tuttavia, la sua applicazione non sempre riesce a prevenire episodi di violenza.

     

    —

     

    La voce degli agenti

    Molti poliziotti penitenziari raccontano di sentirsi abbandonati. Le aggressioni, fisiche e verbali, sono ormai quotidiane. La mancanza di risorse e di supporto istituzionale alimenta un clima di tensione costante.

     

    —

     

    Le richieste del sindacato

    Il SAPPE chiede:

    – Più personale nelle carceri.

    – Maggiore formazione per gestire situazioni di rischio.

    – Trasferimento immediato dei detenuti violenti.

    – Applicazione rigorosa delle norme disciplinari.

     

    —

     

    La sicurezza come priorità

    La violenta aggressione in carcere a Busto Arsizio dimostra che la sicurezza deve tornare al centro delle politiche penitenziarie. Senza misure concrete, gli agenti continueranno a lavorare in condizioni pericolose.

     

    —

     

    Il ruolo della comunità

    La società deve comprendere il valore del lavoro svolto dalla Polizia Penitenziaria. Garantire sicurezza nelle carceri significa tutelare anche la collettività. Ogni episodio di violenza è un campanello d’allarme che riguarda tutti.

     

    —

     

    Un lavoro gravoso

    Gli agenti affrontano turni lunghi e stressanti. Spesso devono gestire detenuti con problemi psichiatrici, tossicodipendenze e comportamenti aggressivi. La violenta aggressione in carcere è il risultato di un sistema che fatica a reggere.

     

    —

     

    La necessità di riforme

    Occorre una riforma strutturale del sistema penitenziario. Più risorse, più personale, più attenzione alla sicurezza. Senza interventi, gli episodi di aggressione continueranno ad aumentare.

     

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    Un appello alle istituzioni

    Il sindacato e gli agenti chiedono al Ministero della Giustizia di intervenire. Non bastano parole di solidarietà: servono azioni concrete. La violenta aggressione in carcere a Busto Arsizio deve diventare un punto di svolta.

     

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    Il rischio quotidiano

    Ogni giorno gli agenti entrano in contatto con situazioni imprevedibili. La violenza può esplodere in qualsiasi momento. La loro professionalità e il loro coraggio meritano rispetto e protezione.

     

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    Conclusioni

    La violenta aggressione in carcere a Busto Arsizio è un episodio grave. Ha messo in luce le difficoltà del sistema penitenziario e la fragilità delle condizioni di lavoro degli agenti. È tempo di affrontare il problema con serietà, garantendo sicurezza e dignità a chi ogni giorno difende lo Stato dietro le sbarre.

     

    —

    notizie nazionali su http://www.ilquotidianoditalia.it

    Protesta, Antonio Mallardo Giugliano suona il tamburo in Chiesa

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    busto arsizio carcere sappe
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