Busto Arsizio maxi frode coinvolge 70 aziende tre arresti.
Due anni di indagini delle Fiamme Gialle hanno permesso di ricostruire il sistema con il quale i tre imprenditori arrestati, emettevano fatture per operazioni inesistenti nella Maxi Frode di Busto Arsizio https://it.wikipedia.org/wiki/Dichiarazione_fraudolenta_mediante_uso_di_fatture_o_altri_documenti_per_operazioni_inesistenti.
I tre restituivano il denaro in contanti ai propri clienti una volta incassate le fatture A loro andava una provvigione variabile dal 5% all’8% dell’imponibile in fattura. La Guardia di Finanza ha trovato 260mila euro in contanti e vari orologi di valore nascosti in una abitazione degli arrestati anche grazie alle 3 unità cinofile anti valuta (cash-dog) e agli scanner di ultima generazione che rilevano la presenza di denaro nascosto. Numerosi prestanome si sono prestati alla frode. Le indagini della Guardia di Finanza di Busto Arsizio https://archivio.varese-press.it/2020/01/sequestro-patrimoniale-in-italia-e-allestero-per-circa-30-mln-di-euro-nei-confronti-di-un-evasore-seriale-socialmente-pericoloso/ sono partite da alcune segnalazioni sospette dell’Unità di Informazione Finanziaria di Bankitalia.
.Il sistema della Maxi Frode di Busto Arsizio è quello di avere società fittizie con tanto di prestanome. Con l’ emissione di fatture false si possono ottenere sgravi di natura fiscale, aumentare i costi e detraendo l’IVA a credito, nonché ripulire denaro in contanti. Sono in tutto 70 le aziende sul territorio nazionale che dal 2017 al 2021 hanno frodato circa 30 milioni di euro con fatture per operazioni inesistenti. Con delega della Procura di Busto Arsizio proseguono le perquisizioni nelle provincie di Varese, Milano, Como, Monza, Brescia, Lodi, Pavia, Novara, Treviso e Agrigento.