Besnate, “sentenza dichiarativa di fallimento del Tribunale di Busto Arsizio”
La sentenza riguarda una società attiva nella realizzazione e commercializzazione di progetti in campo energetico con sede a Besnate (Va).
Il passivo accertato dal curatore fallimentare è risultato pari a circa 2,8 milioni di euro nella maggior parte per debiti con l’Erario (pari a 1,8 milioni).
Il curatore fallimentare chi è e cosa fa
Il curatore è l’Organo del fallimento, a cui è demandato il compito di gestire la procedura e amministrare il patrimonio dell’imprenditore fallito al fine di liquidarlo
e di dare soddisfazione alle ragioni dei creditori ammessi al passivo mediante il pagamento dei loro crediti.
Chi è intervenuto nell’investigazione
E’ intervenuto il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Varese per ricostruire ” operazioni distrattive” poste in essere dall’amministratore di diritto dell’impresa.
Cosa è accaduto?
La vendita del brevetto per “lampade fotovoltaiche e contratto di licenza relativa ad una c.d. nanotecnologia, della società di Besnate.
La vendita è avvenuta ad un’altra società “decotta“, ma di chi era la società?
Era un’altra società riconducibile agli stessi indagati senza incassare il relativo corrispettivo pattuito per oltre 500mila euro.
Gli elementi e i dettagli dell’indagine comunicati dalla GdF
“la polizia economico-finanziaria ha eseguito numerose perquisizioni presso imprese riconducibili ai due indagati la cui condotta gestoria e amministrativa – nelle loro rispettive qualità – è stata, peraltro, ritenuta dal Giudice talmente spregiudicata e predatoria che entrambi non si sono limitati a cagionare il fallimento della realtà economica da foro amministrata, ad un mero livello civilistico – commerciale, ma hanno posto in essere gravissimi fatti criminosi, a vario titolo inquadrabili nelle fattispecie delittuose di cui alla legge fallimentare (R.D, n. 267 del 1942)”.
L’azione della GdF porta cosa?
Porta a impedire l’arricchimento indebito di quanti distraggono gli asset sani da una società in decozione a proprio vantaggio ed a danno dei creditori delle società tra i quali anche l’Erario.