Buttiglieri (FDI) riaprire tutti i presidi sanitari chiusi negli ultimi anni

Buttiglieri (FDI)  riaprire tutti i presidi sanitari chiusi negli ultimi anni

Ogni evento, anche il più catastrofico, ha la capacità di insegnare qualcosa agli esseri umani.

Sicché, al netto delle cause e/o concause oggettive e contingenti che hanno reso massicciamente letale il Covid-19 in Lombardia, bisogna dire che, quando essa avvenne, l’evoluzione della sanità lombarda puntò sull’eccellenza e non sui numeri, con la nascita di reparti pubblici super specialistici e di strutture sanitarie private, tutto questo a discapito del numero dei posti letto disponibili.

Nella circostanza, nacquero le aziende ospedaliere sotto la direzione strategica di un manager in grado di far quadrare i conti, anche se il più delle volte si trattò di un manager privi di competenze mediche e, talvolta, anche di quelle imprenditoriali, sicché sul medio e lungo termine quel modello finì col penalizzare la resa del servizio offerto ai cittadini, soprattutto perché, ormai, si trattava di un servizio anemizzato da tagli di fondi occorrenti per l’acquisto di risorse umane e strumentali.

I nefasti effetti dei buoni intenti realizzati male, abbiamo avuto modo di osservarli, purtroppo, proprio nelle scorse settimane di passione. Ma adesso che pian piano sta passando la bufera pandemica, dobbiamo iniziare a domandarci se non sarebbe meglio riaprire tutti i presidi sanitari chiusi negli ultimi anni per agevolare il ricorso al servizio sanitario pubblico degli italiani e, soprattutto, disporre al bisogno della possibilità di spalmare i colpiti da epidemie su di una maggiore rete di strutture sanitarie anche minori, come quelle che sono state chiuse in questi anni per intenderci. Se non faremo neppure questo, continuerà l’inverecondo scaricabarile dei giorni scorsi tra governo centrale e regione, e tra regione e regione, mentre 25.000 famiglie attendono di sapere perché i loro congiunti sono ritornati a casa in vasi cinerari. Mariangela Buttiglieri Medico specialista, consigliere comunale a Busto Arsizio, responsabile regionale del dipartimento sanità di F.d.I.