Bergamo: la pandemia al coronavirus dopo la partita di Champions dell'Atalanta

Bergamo: la pandemia al coronavirus dopo la partita di Champions dell'Atalanta

Bergamo 24 Marzo 2020

La rabbia del capitano dell'Atalanta, il Papu Gomez, Bergamo nel dramma dopo la partita di Champions League contro il Valencia.

Maledizione Champions. . . Così il Papu Gomez, nel suo ultimo giorno di quarantena, ricorda i rischi corsi nell'ultima partita di Uefa Champions League dello scorso 10 Marzo 2020 giocata a Valencia. Lo stesso Papu Gomez, sottolinea,  come la partita di andata di Champions League disputata a San Siro lo scorso 19 Febbraio 2020 potrebbe essere stata, a suo parere, il detonatore che ha innescato la pandemia che ha flagellato la Provincia di Bergamo.

La drammatica situazione di Bergamo, penso sia dovuta anche alla partita di andata di Uefa Champions League giocata a San Siro, dove erano presenti 45 mila tifosi bergamaschi su 120 mila abitanti di tutta la stessa Provincia, ha raccontanto il capitano atalantino in un'itervista alla testata argentina 'Olé'. Puntando l'indice su troppi rischi corsi dai giocatori nella partita di ritorno di due settimane fa al Mestalla di Valencia.

Aver giocato a Valencia è stato terribile. Non c'erano controlli, erano rilassati. Ora la Spagna è il secondo Paese in Europa con il maggior numero di infezioni da COVID-19. Uno dei giocatori del Valencia era contagiato (Gayà) giocando comunque titolare contro l'Atalanta, stiamo aspettando che qualcuno della squadra atalantina mostri dei sintomi di contagio. Inevitabile da parte del capitano dell'Atalanta, una riflessione sul mostro COVID-19.

"Pensavamo fosse solo un'altra influenza, solo con i morti abbiamo capito che non era così. I militari hanno portato via le bare perché non c'è più posto nei cimiteri: è tremendo. Ognuno di noi deve essere responsabile". Il dramma quotidiano che sta vivendo la ‘sua’ Bergamo lo sta angosciando così tanto che il numero 10 atalantino ammette in un’altra intervista a SkySport: “Faccio fatica a pensare al calcio. Cerco di tenermi in forma, di allenarmi un'oretta e mezza-due al giorno ma e' difficile mantenere la concentrazione. Il calcio è l'ultima cosa che mi interessa. Non so se si tornerà a giocare, se lo si farà in estate o fra qualche mese ma prima il Paese deve rimettersi a posto. Sarà molto difficile tornare a giocare: come si fa a organizzare le trasferte, ad andare negli alberghi? E' una grande domanda che mi faccio. Il mio stato d'animo non e' al top, la situazione nel Paese non e' la migliore e bisogna cercare di essere positivi anche se ogni giorno arrivano brutte notizie. Non c'e' altro da fare che rimanere a casa e aspettare che tutto questo possa finire, spero prestol.

Chiusura sul rapporto simbiotico che lega la Dea a Bergamo. “In questi ultimi 4 anni come Atalanta abbiamo reso felice una città intera ma quello che stiamo vivendo in questo periodo è qualcosa di terribile, che non riesco ancora a capire. In questo periodo uno dovrebbe essere felice, orgoglioso di quello che sta facendo con la propria squadra, ma invece - ha concluso Gomez - dobbiamo guardare altro e pensare alle famiglie che stanno soffrendo. Sono con i bergamaschi, sono con loro, sono gente tosta che non si arrende e questo periodo passerà”.

 
 
Alessio Luisetto