Settant’anni di leggenda nei cieli: un orologio celebra il Falco di Stelio Frati, la prima Ferrari dell’aria
Settant’anni fa prendeva il volo per la prima volta uno degli aeroplani più iconici dell’aviazione italiana: il Falco F.8L, capolavoro del progettista Stelio Frati.

Elegante, veloce, agile e innovativo, il Falco è stato molto più di un semplice aereo: è stato il precursore di una filosofia progettuale che ha posto l’estetica al servizio dell’efficienza, anticipando tendenze e conquistando generazioni di appassionati in tutto il mondo. Oggi, per celebrare questa ricorrenza speciale, nasce un orologio commemorativo dedicato al Falco, che unisce design, tecnologia e spirito pionieristico – esattamente come l’aereo da cui trae ispirazione.
A rendere omaggio a questa leggenda dell’aria non è solo un oggetto, ma anche una testimonianza vivente: quella della torinese Gigliola Paci Scorta, una delle più appassionate ed esperte pilote del Falco.
A raccogliere la sua storia, è stato Massimo Dominelli, figura di spicco nel panorama aeronautico e giornalistico, collaboratore di lungo corso di Hangar Italy, testata dedicata alla cultura del volo.
Chi è Massimo Dominelli

Classe 1950, Dominelli ha lavorato per oltre quarant’anni nel settore del trasporto aereo, intrecciando esperienza operativa e attività editoriale. È stato direttore della rivista “Neos In-Flight Magazine”, co-fondatore della storica testata JP-4 e oggi firma per pubblicazioni come Airline 92, Aerofan e diverse collaborazioni con aeroporti e compagnie aeree. La sua produzione letteraria comprende opere come Il Villaggio Dalaman, diario di un’esperienza in Turchia, e SF-260: un aeroplano senza tempo, uscito in occasione del 60° anniversario del primo volo del celebre monomotore italiano progettato sempre da Stelio Frati.
Il Falco: genesi di un mito
Il Falco F.8L nacque con uno scopo preciso: partecipare al prestigioso Rally Aereo di Sicilia, vetrina dell’avioturismo europeo degli anni Cinquanta. Sebbene un problema tecnico all’impianto dell’olio ne impedì la partecipazione alla gara, il Falco si distinse sin da subito per la sua linea avveniristica, le sue prestazioni superiori e la qualità costruttiva senza compromessi. Era, a tutti gli effetti, la prima Ferrari dell’aria.

Concepito interamente in legno e dotato di un motore da circa 135 cavalli, l’F.8L era capace di una velocità di crociera di oltre 270 km/h. La sua configurazione a due posti affiancati e l’impeccabile visibilità lo rendevano ideale per voli sportivi e addestrativi. Ma non solo: il Falco aprì la strada al progetto successivo, lo SIAI-Marchetti SF-260, aereo militare d’addestramento e da turismo ancora oggi in servizio in molte forze aeree del mondo.
Un anniversario da ricordare
Nel 2024 ricorrono i 70 anni dal primo volo del Falco, avvenuto nel 1954. Una ricorrenza che non è passata inosservata tra storici, appassionati e operatori del settore. A celebrarlo, oltre al nuovo orologio ispirato al design e alla meccanica dell’aereo, vi sono testimonianze come quella di Gigliola Scorta, che ci riportano alla dimensione umana e appassionata del volo.
L’intervista a Gigliola Scorta
A seguire, l’intervista integrale realizzata da Massimo Dominelli a Gigliola Paci Scorta, una delle pilote italiane che più ha amato e vissuto il Falco, con 800 ore ai comandi di questo aereo straordinario.
GIGLIOLA SCORTA: F.8L Falco… lo Stradivari dell’aria

Tra i vari piloti del Falco, uno sicuramente di rilievo è stata la torinese Gigliola Paci Scorta, che ha conseguito il brevetto di volo qualche giorno prima della fine del mese di settembre del 1960 presso l’aeroporto di Torino-Aeritalia, che ha festeggiato i suoi cento anni di attività nel 2026. Iniziò a volare su un Avia FL.3 immatricolato I-ADOA. E a Gigliola abbiamo chiesto…
Quando, dove e come è nata la passione per il volo?
Si tratta di una tradizione di famiglia. Mio nonno era il pioniere aeronautico Alessandro Cagno, possessore del brevetto di pilotaggio n° 10 rilasciato durante il Regno d’Italia. Pioniere dell’aviazione, ha partecipato tra l’altro, nel 1911 e 1912, alla guerra italo-turca nella quale, in volo, diresse il tiro dell’incrociatore Garibaldi della Regia Marina Italiana sulle truppe turche.
Quante ore di volo hai totalizzato ed in particolare sul Falco?

Ho circa 1.800 ore di volo complessive, di cui 800 sul Falco, pilotando una lunga lista di velivoli dallo Zlin Z-226 al Piper PA-22, dal Cessna 150 al SIAI-Marchetti S-205. Il Falco, in particolare e con le marche I-GIAS, lo acquistai da una svendita di velivoli da parte della ditta Laverda.
Tra tutti i voli che hai fatto, quale ricordi come il più bello e indimenticabile e il peggiore che hai vissuto?
Indubbiamente il raid Parigi-Pechino-Parigi nel 1987. È stato un viaggio di un mese su un Piper PA-60, targato I-MEPY, di 35.000 chilometri percorsi in 180 ore di volo attraversando 19 nazioni, di cui alcune assolutamente vietate al sorvolo di aerei da turismo.
Non dimenticherò mai le notti passate in volo, i tramonti, le risaie di Kumming, il primo posto di controllo delle autorità cinesi e la gentilezza degli abitanti di tutti i paesi attraversati. Il momento peggiore è stato quando, per un errore di comunicazione, i controllori aerei cinesi, abituati a misurare le distanze in chilometri anziché in miglia nautiche, mi diedero la distanza finale da Pechino mettendomi seriamente in crisi per l’autonomia residua dell’aeroplano prima dell’atterraggio.
Qual è il tuo parere sul Falco F-8L?
Si tratta di un velivolo ideale per volare in ogni condizione. È veloce, molto maneggevole e decolla da piste medie e corte, una, ad esempio, è quella dell’aeroporto di Massa-Cinquale. Ha una linea decisamente snella, al punto che lo chiamavo “il piccolo caccia”, e quando mi sedevo al posto di pilotaggio lo sentivo come un prolungamento del mio corpo.
Se dovessi scegliere oggi un altro velivolo, su quale ti orienteresti?
In realtà non vedo alcun aereo che mi possa dare quello che mi ha dato il Falco, forse il più potente e veloce lo SF-260 che ho anche pilotato. Il Falco però è unico, è un’opera d’arte… lo Stradivari dell’aria.
Articolo a cura della redazione di VaresePress
Contributo speciale: Massimo Dominelli per Hangar Italy