America, dopo il voto potrebbe non esserci il presidente

Alto il rischio che il loro conteggio si protrarrà per giorni in diversi Stati.

America, dopo il voto potrebbe non esserci il presidente

La lunga notte che ci apprestiamo a vivere potrebbe non decretare il presidente americano

Ad urne aperte diventa più tangibile che gli Stati Uniti il 4 novembre potrebbero avere un pessimo risveglio, non sapere chi sarà il presidente per i prossimi 4 anni. Sembra di ritornare indietro nel tempo, alla sfida tra George W. Bush e l'ambientalista Al Gore, anche in quel caso si dovette ricorrere al conteggio delle schede nello stato della Florida per decretare il nuovo presidente.

Non solo gli Stati Uniti, ma tutto il mondo attese con il fiato sospeso per due mesi di sapere chi fosse il candidato vincente. Anche allora come oggi il problema è focalizzato sul voto postale. Quest'anno sarà ancora più complesso per la riduzione di decine di migliaia di seggi e del Covid, che invoglieranno l'elettore a votare per posta senza recarsi al seggio. I voti espressi per posta superano i 70 milioni.

Alto il rischio che il loro conteggio si protrarrà per giorni in diversi Stati. A rafforzare questi scenari ci pensa la Corte Suprema che ha autorizzato alcuni stati come la North Carolina allo spoglio fino a nove giorni dopo l'Election Day. Lo stesso nello Stato strategico per il voto della Pennsylvania, qui la Corte Suprema ha respinto la richiesta dei repubblicani di eliminare la prevista estensione di tre giorni. Un scelta che si spiega solo con mere moivazioni politiche. Non si sà quanti di questi milioni di voti andranno persi per smarrimento o arrivo in ritardo, nonosante la US Postal Service abbia garantito con il rafforzameno del personale che non ci saranno problemi.
Intanto tra gli sfidanti delle elezioni presidenziali americane più costose della storia (oltre 6 miliardi di dollari, il triplo del 2016) è l'ennesimo duello a distanza ravvicinata in Florida, dove i sondaggi mostrano un testa a testa che lascia presagire uno sprint sul filo di lana. Il PIL americano è dalla parte di Trump, il terzo trimestre si chiude con +33,1%, che sono la migliore risposta al candidato Biden che ha usato la censura per nascondere le vicende che lo rigardano sull'Ucraina. Notizie fatte oscurare sui principali media del paese.

Maurizio Compagnone