Mangiare alla veneta: una cucina che affonda le sue radici nel passato e nella tradizione, ma anche contaminata da antichi commerci.
Mangiare alla veneta
Il mangiare alla veneta ha un forte legame con il territorio, con la cultura contadina, con un passato ricco di contaminazioni, commerci e sperimentazioni culinarie.
Acqua, mare e caccia caratterizzano le ricette regionali dalle coste, all’entroterra fino alle montagne.
Il Veneto è una regione ricca di piatti caratteristici e altrettanto di vini, liquori, grappe e bevande caratteristiche.
Il Giornale.it ieri ha pubblicato ieri un articolo che illustra la cucina veneta con dovizia di particolari.
La cucina veneta rappresenta il territorio, la sua conformazione, ma anche le contaminazioni del passato.
In veneto sono passati in tanti, a cominciare dai popoli in fuga dalle tribù del Nord Europa e dell’Oriente che costrinsero gli indigeni ad abbandonare la terraferma.
Gli antichi abitanti raggiunsero le zone di mare, le isole e la laguna stessa facendo diventare l’acqua un simbolo di comunicazione.
L’acqua e la terra
L’acqua ha trasformato il Veneto in un potente centro nevralgico per il commercio con l’Oriente.
Venezia diventò il punto di connessione con il mondo favorendo l’import ed export di prodotti nuovi e interessanti che trovarono terreno fertile nella voglia di sperimentare dei veneti.
Mais, riso e le spezie base della cucina del Veneto si abbinavano al baccalà, ai fagioli, ai molti ortaggi locali e ai salumi.
I primi piatti
La tradizione culinaria regionale è ricca di primi piatti, a partire dal riso presentato in mille modi a partire dai risi e bisi.
E’ un piatto realizzato con vialone nano e piselli primaverili che diventa una via di mezzo tra risotto e minestra.
I Casunzei sono ravioli a forma di mezzaluna ripieni di barbabietola, patata e rape rosse veronesi oppure spinaci ed erba cipollina, solo per citarne alcune.
La pasta e fasoi è una ricetta della tradizione italiana rivista e rivisitata dalla fantasia dei veneti.
I Bigoi sono una pasta lunga e grezza di fattura artigianale che tocca vertici di sapore insuperabili quando diventa bigoi co l’anara o bigoi in salsa.
Il Baccalà alla vicentina è uno dei piatti più celebri preparato con lo stoccafisso, molto difficile da lavorare, ma che diventa delizia nel Veneto quando accompagnato alla polenta.
Il Fegato alla veneziana è un piatto semplice, ma dal gusto intenso preparato con fegato di vitello e cipolla, accompagnato da polenta bianca.
Lo Schiz con polenta è un piatto tipico del bellunese, in pratica si tratta di una fetta di formaggio fresco (lo schiz) cucinato e servito con l’eterna polenta.
Le Sarde in saor sono un piatto veneziano originato dalla necessità per i naviganti di conservare a lungo il pesce durante la navigazione.
Infatti diventano molto più buone se gustate dopo due o tre giorni.
I secondi piatti
Tra i secondi piatti si mettono in evidenza il lesso e la Pearà veronese o il bollito padovano.
Tra le salse trionfano la salsa verde e il cren.
La sopa coada è una sorta di zuppa a lunga cottura a base di piccione e pane caratteristica della Marca Trevigiana.
Poi ci sono il broéto di caorle o il boreto di pesce alla graisana realizzato con passata di pomodoro e una varietà di pesce sempre variabile.
Poi ci sono anche la pastisada de caval e i torresani allo spiedo, cioè i colombi di torre alla spiedo, fino all’anguilla o bisatto in padella, in umido, alla griglia o allo spiedo.
Per finire ci sono il musét servito con il cren il radicchio, i fagioli, gli asparagi, il cavolo e, in particolare, il broccolo fiolaro di Creazzo tipico del vicentino.
Ma ci sono anche la polenta con soppressa, solitamente polentina bianca con salume veneto.
E anche i cicchetti tipici di Venezia ovvero fette di pane abbrustolito con formaggio, salumi, radicchio, salsa piccante, baccalà mantecato.
I dolci
Per finire il pranzo veneto non possono mancare i dolci.
Tra i più noti possiamo gustare il tiramisù, il nadalin ovvero un panettone basso a forma di stella, il pandoro di Verona, i crostoli tipici del Carnevale e le frittelle con o senza uvetta.
La pinza è il dolce dell’Epifania con farina di mais, uova, lievito, uvetta, fichi e semi di finocchio, la fregolotta e i bussolà.
Poi c’è la torta torta putana (il nome deriva dai putei cioè i bambini) preparata con pane raffermo ammollato nel latte, arricchito da uvetta, pinoli, liquore e scorza di limone e arancia.