Un saggio “Pensaci ancora” che capovolge il nostro modo di pensare, invitandoci a scoprire una nuova serie di abilità cognitive: la capacità di ripensare e disimparare.
Grant ci spinge a rivalutare le nostre credenze, i nostri pensieri e comprendere in modo profondo perché siamo fermi nel mantenere queste idee.
In un mondo che cambia costantemente, invece, tutti potremmo trarre beneficio dal rivalutare deliberatamente le nostre opinioni.
Strategia per mettere in discussione le proprie opinioni
Quale strategia utilizza un “sussurratore di vaccini” per convincere i genitori preoccupati di immunizzare i loro figli? In che modo un musicista nero persuade i suprematisti bianchi ad abbandonare l’odio? Come fa un campione internazionale di dibattito a vincere le discussioni?
E, soprattutto, com’è riuscito Adam Grant a portare i fan degli Yankees a tifare per i Red Sox? Le risposte a queste (e a tante altre) domande sono nel nuovo libro del noto psicologo organizzativo statunitense: “Pensaci ancora”, tradotto in Italia da Egea.
Imparare a mettere in discussione le proprie opinioni e aprire la mente degli altri è una strategia che può aiutarci a raggiungere posizioni di eccellenza sul lavoro e a distinguerci per saggezza nella vita.
L’intelligenza è di solito vista come la capacità di pensare e di imparare, ma in un mondo in rapido cambiamento, c’è un’altra serie di abilità cognitive che potrebbero essere più importanti: la capacità di ripensare e disimparare.
Nella vita quotidiana troppo spesso privilegiamo il conforto della convinzione rispetto al disagio del dubbio: ascoltiamo le opinioni che ci fanno sentire bene, invece delle idee che potrebbero farci riflettere.
Vediamo il disaccordo come una minaccia per il nostro “io”, piuttosto che come un’opportunità per imparare.
Ci circondiamo di persone che concordano con le nostre conclusioni, quando invece dovremmo avvicinare coloro che sfidano il nostro processo di pensiero.
Libro diviso in tre parti
Con idee audaci e prove rigorose, Adam Grant indaga su come possiamo abbracciare la gioia di sbagliare, sfruttare i sorprendenti vantaggi della sindrome dell’impostore (che colpisce le persone di successo – pare soprattutto le donne – inducendole a creder di non meritarsi il riconoscimento di cui godono per le loro competenze), introdurre sfumature nelle nostre conversazioni, e costruire scuole, luoghi di lavoro e comunità per persone destinate a imparare lungo tutta la loro vita.
Mescolando psicologia, tecniche di auto-aiuto e attraverso numerosi esempi concreti, Adam Grant rivela i benefici del dubbio, come possiamo migliorare accogliendo ciò che ci è ignoto.
Studi e ricerche dimostrano che, come mentalità e come abilità, il ripensamento può essere insegnato e Grant spiega come sviluppare le qualità necessarie per farlo.
Nella suddivisone del testo, la prima parte esplora il perché lottiamo per ripensare e come possiamo imparare a farlo come individui, sostenendo che la “grinta” da sola può essere controproducente.
Grant spiega perché i geni creativi non sono attaccati a un’identità, ma costantemente disposti a ripensare alle loro posizioni e che i leader che ammettono di non sapere qualcosa e cercano un feedback critico guidano team più produttivi e innovativi.
La seconda parte analizza come possiamo aiutare gli altri a ripensare attraverso l’apprendimento dell'”alfabetizzazione argomentativa”, considerando quindi questa attività in modo interdisciplinare.
La terza e ultima parte, infine, analizza come le scuole, le imprese e i governi abbiano grandi difficoltà nel costruire culture che incoraggino il ripensamento.