Dal caro benzina, effetto-valanga sul carrello della spesa nel Varesotto. Impatti sui consumatori e sul settore agroalimentare locale
Il costante aumento dei prezzi della benzina sta innescando una serie di conseguenze che si ripercuotono sull’intera economia, colpendo sia le imprese che i consumatori del Varesotto. Dopo un anno segnato da vari fattori, tra cui i rincari delle materie prime e le tensioni internazionali legate alla situazione in Ucraina, il nuovo aumento del costo della benzina sta esercitando un ulteriore impatto sulle finanze delle famiglie e sulle attività imprenditoriali.
In Italia, dove una larga percentuale delle merci viene trasportata su strada, l’incremento dei prezzi dei carburanti ha un effetto a catena sui costi delle imprese e sulla spesa dei consumatori. Secondo quanto riportato dalla Coldiretti, l’associazione agricola italiana, il prezzo del gasolio e della benzina ha superato abbondantemente la soglia dei 2 euro al litro sulle autostrade. Un esempio significativo è il distributore lungo l’autostrada che collega Milano a Varese, dove si è raggiunta una punta di 2,7 euro al litro, mettendo ulteriormente sotto pressione le tasche dei guidatori.
Tuttavia, non sono solo i guidatori a risentire di questa situazione. L’intero sistema agroalimentare locale sta affrontando le conseguenze di questi aumenti.
La Coldiretti sottolinea che i costi logistici rappresentano circa un terzo dei costi totali per la frutta e la verdura.
E mettendo in luce come l’aumento dei prezzi dei carburanti possa impattare direttamente sulla filiera agroalimentare, dalla produzione alla distribuzione.
Questa situazione si traduce in un deficit competitivo per l’Italia, che è in parte causato da ritardi infrastrutturali nel settore dei trasporti.
La spesa media per il trasporto pesante su chilometro è più alta rispetto a paesi come la Francia e la Germania, secondo i dati raccolti dalla Coldiretti.
Questo divario logistico comporta un sovraccarico di spese dell’11% rispetto alla media europea.
Divario che ostacola il potenziale sviluppo economico del Paese, soprattutto in settori cruciali come quello agroalimentare, che rappresenta un pilastro dell’export “Made in Italy”.
In risposta a questa sfida, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) potrebbe giocare un ruolo determinante nel sostenere la competitività delle imprese e sbloccare investimenti nelle infrastrutture.
Migliorare i collegamenti tra Nord e Sud del Paese, nonché con il resto del mondo attraverso vie marittime e ferroviarie.
E potrebbe creare una rete di snodi logistici composta da aeroporti, treni e servizi di trasporto merci.
Il presidente della Coldiretti di Varese, Pietro Luca Colombo, sottolinea l’importanza di una visione strategica di sviluppo infrastrutturale per affrontare queste sfide economiche e mantenere la competitività delle imprese locali.