Villaggio Coldiretti Udine: da Varese un forte appello per la pace e l’agricoltura
Udine si trasforma nella capitale dell’agricoltura italiana. Fino a domenica 15 giugno, il cuore della città friulana ospita il Villaggio Coldiretti, un evento nazionale che celebra le eccellenze del Made in Italy. In questa cornice di festa e di sapori, una nutrita delegazione di agricoltori da Varese ha portato non solo i prodotti del territorio, ma anche un messaggio potente e necessario: un appello alla pace.
L’edizione di quest’anno del Villaggio Coldiretti a Udine ha assunto un significato che va oltre la semplice esposizione agricola. È diventata una piattaforma per una riflessione profonda sui grandi temi del nostro tempo, dalla sicurezza alimentare ai conflitti internazionali che minacciano la stabilità globale.
Una folta rappresentanza da Varese a Udine
Sin dalle prime ore di venerdì, la presenza varesina si è fatta notare. Gli agricoltori del Varesotto hanno affrontato il viaggio per testimoniare l’unità del settore e per partecipare a un momento fondamentale di incontro e confronto. La loro partecipazione non è stata solo simbolica, ma ha rappresentato il legame indissolubile che unisce le diverse agricolture regionali d’Italia sotto un’unica bandiera, quella della qualità e della sostenibilità.
Portare le proprie esperienze dal territorio prealpino fino al cuore del Friuli significa costruire ponti, scambiare conoscenze e rafforzare una rete che è la vera spina dorsale dell’economia agricola del Paese. Questo scambio è l’essenza stessa di manifestazioni come il Villaggio Coldiretti.
Non solo festa: un flash mob per la Pace
La giornata inaugurale ha sorpreso tutti. In un’atmosfera che si preannunciava festosa, i giovani della Coldiretti hanno voluto lanciare un segnale forte e chiaro. Prima degli interventi ufficiali, hanno dato vita a un flash mob toccante e silenzioso. Grandi cartelli sono stati sollevati per comporre una parola semplice ma potentissima: PACE.
Accanto alla scritta, il disegno stilizzato di una colomba ha completato il messaggio. Un gesto di grande impatto emotivo, pensato per sensibilizzare l’opinione pubblica sui rischi derivanti dall’escalation militare in Medio Oriente. L’invito è stato quello di fermare le armi e lasciare spazio alla diplomazia, l’unico strumento in grado di risolvere le controversie e garantire un futuro di stabilità.
Le parole del segretario Gesmundo: “La diplomazia è l’unica via”
Il segretario generale della Coldiretti, Vincenzo Gesmundo, ha raccolto e amplificato il messaggio dei giovani nel suo discorso di apertura. Le sue parole, nette e preoccupate, hanno tracciato un parallelo con i momenti più bui della storia europea.
“Siamo di fronte al sonno della ragione, come accadde nel 1914 e nel 1939, e a pagarne il prezzo saranno ancora una volta i popoli”, ha affermato Gesmundo. Ha criticato la tendenza a considerare la guerra come un evento inevitabile, dimenticando gli appelli al “disarmo delle parole” di Papa Francesco.
“Mentre l’Europa accelera sul riarmo e si spegne la voce del dialogo, restano senza risposte le esigenze dell’agricoltura e della sicurezza alimentare. E come insegna la storia recente i primi a pagare le conseguenze della guerra sono proprio i contadini”.
Gesmundo ha sottolineato come la guerra, sia essa militare o commerciale, colpisca per primi gli anelli più deboli della catena produttiva, mettendo a rischio la disponibilità di cibo e la sopravvivenza delle aziende agricole. Ha però concluso con una nota di speranza, un richiamo al potere simbolico e reale della terra: “è proprio dalla terra che può germogliare una nuova speranza di pace”.
Cos’è il Villaggio Coldiretti: un’esperienza a 360 gradi
Al di là dei messaggi istituzionali, il Villaggio Coldiretti a Udine è un’immersione totale nel mondo agricolo. Per tre giorni, il centro della città si anima con il più grande mercato a chilometro zero mai visto, gestito direttamente dagli agricoltori di Campagna Amica. È un’opportunità unica per i visitatori di acquistare prodotti freschi, genuini e di stagione, parlando direttamente con chi li ha coltivati.
Non è solo un mercato. Il Villaggio offre aree di street food contadino, dove è possibile gustare piatti della tradizione preparati con ingredienti di altissima qualità. Ci sono spazi dedicati all’agriturismo, per scoprire le bellezze nascoste delle campagne italiane, e aree per i più piccoli, con agriasili e fattorie didattiche dove imparare giocando.
Questa manifestazione è la prova vivente che l’agricoltura non è un settore polveroso e ancorato al passato. È un mondo dinamico, innovativo e capace di creare comunità, benessere e cultura.
Gli Oscar Green: il futuro dell’agricoltura è giovane
Un altro momento chiave della giornata di apertura è stata la cerimonia di consegna dei premi Oscar Green. Si tratta del prestigioso riconoscimento che Coldiretti assegna ai giovani agricoltori che si sono distinti per innovazione, sostenibilità e creatività. Questo premio mette in luce le storie di ragazzi e ragazze che hanno scelto di investire il loro futuro nella terra, sviluppando progetti all’avanguardia.
Dall’agricoltura di precisione al recupero di colture antiche, dalla filiera corta alla cosmetica naturale, gli Oscar Green raccontano un’agricoltura giovane e resiliente, capace di rispondere alle sfide del mercato e della crisi climatica con intelligenza e passione. È la migliore risposta a chi vede il settore primario come statico.
Un evento che unisce e fa riflettere
La partecipazione degli agricoltori di Varese al Villaggio Coldiretti di Udine si carica quindi di un doppio valore. Da un lato, rappresenta l’orgoglio di un territorio che espone le sue eccellenze su un palcoscenico nazionale. Dall’altro, è la condivisione di una preoccupazione comune per il futuro, un futuro che non può prescindere dalla pace e dalla sicurezza alimentare.
L’evento di Udine dimostra che l’agricoltura è un presidio fondamentale, non solo per l’economia, ma anche per la società. Gli agricoltori sono custodi del territorio, produttori di cibo e, come in questa occasione, sentinelle attente ai destini del mondo. Il loro appello alla pace, nato dalla terra, è un messaggio che merita di essere ascoltato.