A Solbiate un progetto per tenere viva la Memoria dei deportati nei campi di concentramento e sterminio nazisti che non hanno fatto ritorno a casa.
Un piccolo blocco quadrato di pietra (10×10 cm), ricoperto di ottone lucente. Sarà posto davanti la porta della casa nella quale ebbe ultima residenza un deportato nei campi di sterminio nazisti. Su di essere è scritto il nome, l’anno di nascita, il giorno e il luogo di deportazione, la data della morte.
Due pietre saranno posate a ricordo dei solbiatesi deportati
Giovedì 27 gennaio, alle ore 10, una pietra d’inciampo sarà posta in via Roma a ricordo di Pietro Girola, perito a Dachau nel 1945.
L’altra pietra d’inciampo sarà posata in via Sant’Antonino a ricordo di Pietro Moroni, perito a Bunchenwald nel 1945.
Alla cerimonia, in forma statica nel rispetto delle norme anti Covid-19, parteciperà l’Amministrazione con i referenti Anpi provinciali e locali e le scuole G.Pascoli e A.Moro.
Significato della “Pietra d’Inciampo”
Obiettivo della “Pietra d’Inciampo” è mantenere viva la memoria delle vittime dell’ideologia nazi-fascista nel luogo simbolo della vita quotidiana, la loro casa. Allo stesso tempo invita chi passa a riflettere su quanto accaduto in quel luogo e in quella data, per non dimenticare.
La “Pietra d’Inciampo”, Stolpersteine, in tedesco, fu un’iniziativa dell’artista Gunter Demnig (nato a Berlino nel 1947) come reazione a ogni forma di negazionismo e di oblio. La pensò per ricordare tutte le vittime del Nazional-Socialismo che sono state perseguitate per motivo di religione, razza, idee politiche o orientamenti sessuali.
Per spiegare la propria idea, Gunter Demnig ha fatto proprio un passo del Talmud: “Una persona viene dimenticata soltanto quando viene dimenticato il suo nome”.