Mesero. Maxi rissa tra pakistani per i posti letto: violenza e arresti in una corte lombarda
La convivenza forzata e il sovraffollamento abitativo sono tornati a generare violenza.
Un grave episodio di cronaca ha scosso la tranquillità della provincia milanese a Mesero, nelle ultime ore.
Una violenta lite, degenerata rapidamente in una maxi rissa, ha coinvolto oltre dieci persone di nazionalità pakistana.
Il motivo dello scontro, secondo le prime ricostruzioni, sarebbe legato alla gestione dei posti letto all’interno di un’abitazione sovraffollata.
L’episodio si inserisce in un quadro più ampio di tensioni che interessano diverse città italiane, da Prato al Nord-Est, dove le difficoltà abitative sfociano sempre più spesso in fatti di sangue.
Notte di follia a Mesero
Il teatro dell’ultimo scontro è stato il comune di Mesero, in provincia di Milano.
Tutto è accaduto nella serata di ieri, 1 dicembre, proseguendo fino alle prime ore del mattino.
All’interno di una corte residenziale, le urla hanno presto lasciato spazio alla violenza fisica.
Secondo le testimonianze raccolte, due gruppi contrapposti si sono affrontati con calci, pugni e oggetti contundenti improvvisati.
Il bilancio è pesante: sono tredici le persone identificate e coinvolte nello scontro.
Sul posto sono intervenuti i Carabinieri e le ambulanze per soccorrere i feriti e sedare gli animi.
La miccia che ha fatto esplodere la rabbia sembra essere stata una discussione sulla spartizione degli spazi vitali all’interno di un appartamento condiviso da troppe persone.
Il problema dei “posti letto” abusivi
Dietro la singola rissa si nasconde spesso un fenomeno sommerso e drammatico.
Molti lavoratori stranieri, pur di avere un tetto, sono costretti ad accettare condizioni disumane.
Si parla di appartamenti di pochi metri quadri in cui dormono decine di persone, spesso su materassi gettati a terra.
Il “racket dei posti letto” è una realtà che le forze dell’ordine conoscono bene.
Spesso sono connazionali stessi a gestire questi affitti in nero, chiedendo cifre esorbitanti per un semplice giaciglio.
Quando la tensione sale, magari per un ritardo nel pagamento o per la mancanza di spazio fisico, la violenza esplode in modo incontrollabile.
Precedenti preoccupanti: il caso di Prato
L’episodio di Mesero non è un caso isolato, ma l’ultimo di una lunga serie.
Solo pochi mesi fa, nell’agosto 2025, la città di Prato è stata teatro di scontri simili.
In viale Vittorio Veneto e nel quartiere San Paolo, gruppi di cittadini pakistani e di altre nazionalità si sono affrontati in strada.
Anche in quel caso, la violenza è scoppiata sotto gli occhi dei passanti, in pieno giorno.
L’uso di bastoni e, in alcuni casi, di armi bianche come machete, ha reso la situazione ancora più allarmante per i residenti.
Le autorità locali hanno più volte denunciato un’escalation di violenza legata al controllo del territorio e alle dinamiche di sfruttamento interno alle comunità straniere.
Tensioni anche nel Nord-Est
Anche il Veneto e il Friuli-Venezia Giulia non sono immuni da queste dinamiche.
A Treviso e Pordenone si sono registrati episodi analoghi nel recente passato.
Risse che partono da futili motivi ma che nascondono un disagio sociale profondo.
Spesso i protagonisti sono giovani ventenni, lavoratori o richiedenti asilo, che vivono in condizioni di estrema precarietà.
In alcuni casi, come emerso da indagini a Pordenone, le liti sono la punta dell’iceberg di sistemi di caporalato.
Lavoratori sfruttati per 14 ore al giorno che, tornati a casa, devono combattere anche per un posto dove dormire.
L’intervento delle forze dell’ordine
Tornando ai fatti di Mesero, l’intervento dei militari è stato massiccio.
Riportare la calma in un contesto di sovraffollamento e agitazione non è mai semplice.
Le persone coinvolte sono state identificate e per molti di loro scatteranno denunce per rissa aggravata.
Le indagini ora dovranno chiarire anche la posizione dei proprietari dell’immobile o dei locatari principali.
Verificare chi gestiva l’appartamento è fondamentale per colpire il business illegale che sta a monte della violenza.
Senza un controllo capillare sugli affitti e sulle condizioni abitative, questi episodi rischiano di ripetersi ciclicamente.
La paura dei residenti
Chi vive vicino a queste situazioni “esplosive” esprime crescente preoccupazione.
I vicini di casa si trovano spesso ad assistere a scene da far west sotto le proprie finestre.
La richiesta di maggiore sicurezza si unisce a quella di controlli più severi sulla dignità abitativa.
Non si tratta solo di ordine pubblico, ma di prevenire la formazione di ghetti dove la legge dello Stato fatica ad arrivare.
L’episodio di Mesero riaccende i riflettori su un’integrazione che, senza regole e senza diritti garantiti, rischia di trasformarsi in una guerra tra poveri.
Le autorità promettono tolleranza zero verso chi usa la violenza, ma la soluzione al problema dei posti letto resta una sfida aperta per le amministrazioni locali.
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