L’Italia bocciata in educazione finanziaria. Secondo l’ultimo rapporto Edufin Index 2025, il livello di alfabetizzazione finanziaria degli italiani si attesta a 56 su 100, sotto la soglia di sufficienza fissata a 60. Una carenza che costa cara ai risparmiatori: secondo uno studio presentato da Pictet Asset Management e riportato da ilsole24ore.com, l’eccesso di prudenza degli italiani nella gestione dei propri risparmi si è tradotto in una perdita media del 7% in termini reali, a causa dell’effetto erosivo dell’inflazione su depositi e liquidità.
I numeri fotografano una situazione preoccupante: solo il 40% della popolazione italiana gestisce consapevolmente le proprie finanze, mentre il 10% risulta completamente analfabeta dal punto di vista finanziario, incapace di comprendere anche i concetti più basilari come il tasso di interesse semplice o la diversificazione del rischio. Eppure, paradossalmente, il 91% degli italiani si dichiara interessato ai temi finanziari, un dato in costante crescita rispetto al 76% del 2021. Il problema, dunque, non è la mancanza di interesse ma l’incapacità di trasformare questa curiosità in azioni concrete.
Le conseguenze di questa lacuna culturale sono tangibili e misurabili. Chi non conosce gli strumenti finanziari tende a mantenere i risparmi in forme eccessivamente prudenti: secondo Meteofinanza che ha rielaborato i dati dell’Osservatorio Edufin di Pictet, solo l’8% degli italiani investe in azioni, mentre il 49% preferisce le obbligazioni e il 19% mantiene liquidità sui conti correnti. Una scelta che, in un contesto di inflazione persistente, si traduce in un progressivo impoverimento reale del patrimonio.
Il divario culturale che penalizza i piccoli risparmiatori
La carenza di educazione finanziaria colpisce in modo particolare i piccoli e medi risparmiatori, quelli che più avrebbero bisogno di competenze solide per proteggere e far fruttare i propri risparmi. Il rapporto Edufin Index evidenzia come il gender gap rimanga significativo: le donne ottengono un punteggio medio di 54 contro il 59 degli uomini, con divari ancora più marcati quando si analizzano competenze specifiche come la previdenza complementare, dove l’indice femminile scende a 43 contro 54 maschile.
Particolarmente allarmante è il dato sui giovani: nonostante abbiano un orizzonte temporale lungo che permetterebbe di sfruttare al meglio gli investimenti azionari, gli under 40 risultano praticamente “assenti” dai mercati azionari, orientandosi verso strumenti considerati più sicuri ma che, nel lungo periodo, offrono rendimenti inadeguati rispetto agli obiettivi di vita. Il 73% degli italiani sperimenta quella che gli esperti definiscono “ansia finanziaria“: la paura di perdere i risparmi o di non saper affrontare spese improvvise paralizza le decisioni, spingendo verso un eccesso di prudenza che paradossalmente aumenta i rischi di lungo periodo.
La scarsa alfabetizzazione finanziaria ha anche costi indiretti pesanti. L’83% delle persone che hanno subito truffe finanziarie negli ultimi anni non aveva competenze adeguate per proteggersi, secondo un’indagine recente. Quasi 6 milioni di italiani, circa il 10% del totale, è caduto vittima di frodi, molte delle quali potrebbero essere evitate con una maggiore consapevolezza. Saper riconoscere un tentativo di phishing, comprendere i rischi di un investimento troppo promettente, valutare la solidità di un emittente: sono tutte competenze che rientrano nell’educazione finanziaria e che possono fare la differenza tra preservare il proprio patrimonio o perderlo.
Conoscere gli strumenti e restare aggiornati: la strada per investire consapevolmente
Investire in borsa senza un’adeguata preparazione è come guidare senza patente: si può procedere per un tratto, ma il rischio di incidenti aumenta drammaticamente. Comprendere gli strumenti finanziari disponibili – azioni, obbligazioni, ETF, fondi comuni, derivati – è il primo passo per costruire un portafoglio bilanciato in linea con il proprio profilo di rischio e i propri obiettivi. Non si tratta di diventare trader professionisti, ma di acquisire le competenze di base necessarie per dialogare con i consulenti finanziari, valutare le proposte ricevute, comprendere i costi applicati e prendere decisioni informate.
La buona notizia è che oggi gli strumenti per colmare il gap formativo sono più accessibili che mai. Oltre alle iniziative istituzionali – il Mese dell’Educazione Finanziaria promosso dal Ministero dell’Economia, i programmi di Banca d’Italia, Consob e Ivass – esistono piattaforme online specializzate, webinar gratuiti, podcast, newsletter che permettono di aggiornarsi costantemente. L’importante è affidarsi a fonti autorevoli e verificate, evitando i consigli improvvisati che proliferano sui social media e che spesso promuovono strategie rischiose o prodotti inadeguati.
Particolarmente utile è seguire l’andamento dei mercati in tempo reale, comprendere come eventi geopolitici, decisioni delle banche centrali, dati macroeconomici influenzino le quotazioni. Questa capacità di contestualizzare le informazioni trasforma il risparmiatore passivo in investitore consapevole, capace di valutare se un movimento di mercato rappresenta un’opportunità o un rischio. L’educazione finanziaria non è un lusso per esperti, ma una competenza essenziale per chiunque voglia garantirsi un futuro economicamente sereno, proteggendo i propri risparmi dall’inflazione e costruendo progressivamente un patrimonio attraverso scelte ponderate e strategiche.
L’82% degli italiani non aderisce alla previdenza complementare, affidandosi esclusivamente al sistema pubblico che, con l’invecchiamento della popolazione, garantirà pensioni sempre meno generose. Solo attraverso un percorso di alfabetizzazione finanziaria i risparmiatori potranno prendere in mano il proprio destino economico, superando quella mentalità passiva che porta a confidare che “qualcuno ci penserà” e che, invece, si traduce in opportunità mancate e patrimoni erosi dall’inflazione. Il futuro, come sottolinea l’ultimo Osservatorio Edufin, non attende: iniziare oggi a costruire le proprie competenze finanziarie è la migliore forma di investimento su se stessi.
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