Medicina Interna e trombosi venosa profonda: a Busto Arsizio nasce un ambulatorio dedicato
Un nuovo modello per la diagnosi e cura della trombosi venosa profonda
BUSTO ARSIZIO – Un gonfiore improvviso a una gamba, dolore localizzato, senso di pesantezza. Sintomi comuni, ma che possono nascondere una patologia grave: la trombosi venosa profonda.
Da oggi, però, a Busto Arsizio non è più necessario correre al Pronto Soccorso. Grazie al nuovo percorso PIM – Presa in carico Integrata Mirata – i pazienti con sospetta trombosi venosa profonda possono accedere rapidamente a una valutazione specialistica.
Un ambulatorio dedicato alla trombosi venosa profonda
Il progetto è stato ideato dal Dr. Nicola Mumoli, Direttore della Medicina Interna a indirizzo cardiologico dell’Ospedale di Busto Arsizio. L’obiettivo è semplice: offrire una presa in carico tempestiva, sicura ed efficace.
Il nuovo ambulatorio consente di diagnosticare e trattare la trombosi venosa profonda in tempi rapidi, evitando lunghe attese e accessi impropri al Pronto Soccorso.
Come funziona il percorso PIM
Il primo passo è la valutazione da parte del medico di famiglia. Se il sospetto di trombosi è fondato, il medico attiva direttamente il percorso PIM.
Viene prenotato un ecodoppler urgente, da eseguire entro 24-72 ore lavorative, presso l’ambulatorio dedicato dell’Ospedale di Busto Arsizio.
Se la diagnosi di trombosi venosa profonda è confermata, il trattamento anticoagulante viene avviato subito. Il follow-up è gestito dagli specialisti della Struttura diretta dal Dr. Mumoli.
Un modello integrato tra ospedale e territorio
“Con il percorso PIM – spiega il Dr. Mumoli – il paziente viene seguito fin da subito dal medico di base, che attiva direttamente il nostro ambulatorio. Così evitiamo attese inutili e garantiamo una presa in carico mirata”.
Il progetto coinvolge anche i servizi di diagnostica vascolare e gli specialisti in terapia anticoagulante. L’integrazione tra ospedale e medicina generale è il cuore del modello.
Benefici per pazienti e sistema sanitario
Secondo la Dr.ssa Francesca Crespi, Direttore Sanitario dell’ASST Valle Olona, il nuovo percorso migliora la qualità dell’assistenza e riduce il sovraccarico dei Pronto Soccorso.
“È un modello replicabile – afferma – che potrà essere esteso anche ad altre città della nostra ASST”.
Trombosi venosa profonda: una patologia da non sottovalutare
La trombosi venosa profonda è una malattia cardiovascolare potenzialmente grave. Si verifica quando si formano trombi nel sistema venoso profondo, soprattutto nelle gambe.
Se non trattata, può causare embolia polmonare, una complicanza potenzialmente fatale. Inoltre, può portare a sindrome post-trombotica, con dolore cronico e gonfiore persistente.
Un progetto per 300.000 cittadini
Il bacino di utenza del progetto copre circa 300.000 abitanti tra Busto Arsizio e Gallarate. L’incidenza stimata è di circa 450 nuovi casi di trombosi venosa profonda all’anno.
Il percorso PIM consente di affrontare questi casi in modo più efficiente, riducendo i tempi di diagnosi e migliorando l’accesso alle cure.
Criticità del modello tradizionale
Nel modello tradizionale, i pazienti con sospetta trombosi si recano al Pronto Soccorso. Ma non tutti i medici del PS eseguono l’ecocolordoppler o possono prescrivere anticoagulanti orali diretti.
Questo comporta ritardi, disagi e un uso non ottimale delle risorse. Il percorso PIM supera queste criticità, offrendo un accesso diretto e mirato alla diagnosi e alla terapia.
Un team di specialisti dedicato
Il progetto è seguito da un’équipe multidisciplinare guidata dal Dr. Mumoli. Ne fanno parte il Dr. Salvatore Tupputi, la Dr.ssa Fabiola Longhi, il Dr. Piero Tarantini, il Dr. Aldo Fici e la Dr.ssa Michela Provisione.
Tutti specialisti con esperienza nella gestione della trombosi venosa profonda e nella terapia anticoagulante.
Un’agenda riservata per il follow-up
Dopo la diagnosi, il paziente viene inserito in un’agenda riservata per le visite di controllo. Questo garantisce continuità assistenziale e monitoraggio costante della terapia.
La refertazione è rapida e precisa. Il trattamento viene personalizzato in base al profilo clinico del paziente.
Prevenzione e sostenibilità
Il percorso PIM non solo migliora la qualità delle cure, ma è anche sostenibile. Riduce gli accessi impropri al Pronto Soccorso, ottimizza le risorse e previene complicanze gravi.
“È un modello che coniuga appropriatezza clinica e sostenibilità organizzativa”, sottolinea il Dr. Mumoli.
Un plauso al lavoro di squadra
“Questo progetto ha numerosi aspetti positivi – conclude la Dr.ssa Crespi – e rappresenta un esempio virtuoso di collaborazione tra ospedale e territorio. Un plauso al Dr. Mumoli e alla sua équipe”.
Conclusione
Il nuovo ambulatorio per la trombosi venosa profonda attivato a Busto Arsizio è un esempio concreto di sanità territoriale efficiente, integrata e centrata sul paziente.
Un modello replicabile, che guarda al futuro della medicina interna e alla sostenibilità del sistema sanitario.
Parola chiave: trombosi venosa profonda
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