Addio a Carlo Sassi, giornalista lombardo: il volto della moviola e di un calcio che non c’è più
Introduzione
È morto Carlo Sassi, giornalista lombardo e pioniere della moviola in TV.
Aveva 95 anni e avrebbe compiuto 96 il primo ottobre.
Il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, lo ha ricordato con parole toccanti per Carlo Sassi
“Era il simbolo di un calcio che, ahimè, non c’è più”.
Carlo Sassi giornalista lombardo: una voce storica della Domenica Sportiva
Sassi è stato per decenni il volto della Domenica Sportiva.
Entrò in Rai nel 1960 e rivoluzionò il modo di raccontare il calcio.
Nel 1967 introdusse la moviola, analizzando il famoso gol fantasma di Gianni Rivera nel derby Milan–Inter.
Da quel momento, la sua voce divenne un appuntamento fisso per milioni di italiani.
La moviola: un’innovazione che ha cambiato tutto
Con la moviola, Sassi portò il rallentatore nelle case degli italiani.
Rigori, fuorigioco, gol dubbi: tutto passava sotto il suo sguardo attento.
Non era solo tecnica, ma anche stile.
Pacato, preciso, mai sopra le righe.
Un esempio di giornalismo sportivo sobrio e competente.
Il ricordo di Fontana: “Un calcio che non c’è più”
Attilio Fontana ha affidato ai social il suo saluto.
“Per quelli della mia generazione, Carlo Sassi era ‘la moviola’”.
“Si attendeva la Domenica Sportiva per capire se un rigore ci fosse o no”.
“Era il simbolo di un calcio che è solo un bellissimo ricordo”.
Una carriera lunga e coerente
Sassi ha lavorato alla Rai fino al 1991.
Poi ha collaborato con Mediaset e ha partecipato a “Quelli che il calcio” dal 1993 al 2001.
Sempre fedele al suo stile: analisi, rispetto, competenza.
Ha affiancato Bruno Pizzul, Sandro Ciotti, Fabio Fazio e Marino Bartoletti.
Un giornalista lombardo con il calcio nel sangue
Nato a Milano nel 1929, Sassi era tifoso della Cremonese.
Da giovane tentò la carriera da calciatore, ma un infortunio lo fermò.
Dopo gli studi alla Bocconi, fu assunto in banca.
Nel 1957 entrò in Rai, dove trovò la sua vera vocazione.
La Rai lo saluta con commozione
“La Rai esprime profondo cordoglio per la scomparsa di Carlo Sassi”, si legge nel comunicato ufficiale.
“Pioniere dell’uso della moviola, ha cambiato il modo di raccontare il calcio e lo sport in televisione”.
“Con rigore e passione ha accompagnato per decenni i telespettatori”.
Un’eredità che resta viva
Oggi la moviola è diventata VAR.
Ma il modo in cui Sassi la raccontava resta unico.
Non c’erano urla, né faziosità.
Solo analisi, rispetto e amore per il gioco.
Conclusione: il calcio di Sassi, il calcio di tutti
Carlo Sassi giornalista lombardo non è stato solo un volto televisivo.
È stato un ponte tra generazioni di tifosi.
Un interprete di un calcio che sapeva emozionare anche senza effetti speciali.
La sua voce resta nella memoria di chi ha vissuto quegli anni.
E il suo stile resta un modello per chi racconta lo sport oggi.






