Busto, presa di posizione decisa del SAPPE
Busto Arsizio, il segretario del SAPPE sottolinea che sicurezza e diritti devono andare di pari passo. “La pena deve essere eseguita con rigore, ma anche con l’obiettivo del reinserimento sociale”.
Ruoli tecnici e personale specializzato
Capece propone l’attivazione immediata dei ruoli tecnici del Corpo. Medici, psicologi e professionisti socio-pedagogici devono affiancare gli agenti nella gestione dei detenuti.
Secondo il sindacato, la Polizia Penitenziaria non può essere caricata di compiti che non le competono. Il trattamento rieducativo deve essere affidato a figure specializzate.
Una forza di polizia moderna e integrata
Il SAPPE chiede che la Polizia Penitenziaria sia riconosciuta come forza di polizia moderna. Deve occuparsi di sicurezza, osservazione e collaborazione con gli organi giudiziari.
Capece propone di trasformare il Nucleo Investigativo Centrale in un Servizio Centrale di polizia giudiziaria. Questo permetterebbe di rafforzare le indagini e di agire con maggiore efficacia contro la criminalità organizzata e il terrorismo.
Un sistema penitenziario da ripensare
L’episodio di Busto Arsizio è solo l’ultimo di una lunga serie. Le carceri italiane sono in difficoltà. Il sovraffollamento, la carenza di personale e la mancanza di strutture adeguate rendono difficile garantire sicurezza e dignità.
Il SAPPE chiede una riforma profonda. Serve un piano nazionale per riorganizzare gli istituti, investire nel personale e migliorare le condizioni di lavoro.
Conclusione: sicurezza e legalità da ristabilire
La violenza nel carcere di Busto Arsizio è un campanello d’allarme. Sei agenti feriti, incendi e tensioni crescenti non possono essere ignorati. Il sistema penitenziario ha bisogno di interventi urgenti.
Il SAPPE chiede più severità contro i responsabili, una riforma strutturale e il riconoscimento del ruolo della Polizia Penitenziaria. Sicurezza e diritti devono convivere. Solo così si potrà garantire legalità, protezione e giustizia.











