Crowdfunding fondamentale. Fondazione Donna e Rubinia: successo del crowdfunding per formare orafe in difficoltà
Il crowdfunding promosso da Fondazione Donna a Milano con Rubinia ha chiuso con successo. Sono stati raccolti 19.527 euro. La cifra servirà a finanziare un corso di artigianato orafo per una donna in difficoltà.
L’iniziativa “Mani che creano identità – Forte e libera – La vita che scegli per te”, avviata il 7 aprile, ha superato le previsioni del 30%. Mirando a un progetto pilota per rilanciare l’artigianato italiano, si propone anche di creare inclusione sociale.
Roberto Ricci di Rubinia ha espresso soddisfazione, nonostante il clima generale. Una seconda fase del crowdfunding è già in programma da settembre. Il progetto mira a far nascere una “casa-bottega” per artigiane.
Un progetto di inclusione e rilancio del Made in Italy
La collaborazione tra Fondazione Donna (per la linea Filodamore®) e Rubinia ha portato a un significativo successo. La campagna di crowdfunding solidale, pensata per formare donne in difficoltà nell’arte orafa, ha raccolto 19.527 euro. Questo risultato supera del 30% le previsioni iniziali, dimostrando una notevole sensibilità e partecipazione da parte del pubblico. L’obiettivo è duplice: consentire a queste donne di raggiungere l’indipendenza economica e, al contempo, sostenere l’artigianato italiano e l’inclusione sociale.
Il progetto è ambizioso. “Miriamo a un progetto pilota di rilancio dell’artigianato italiano che crei anche inclusione. Perché il Made in Italy diventi davvero patrimonio universale”, ha dichiarato Roberto Ricci, anima creativa di Rubinia. Questa visione sottolinea l’intenzione di non limitarsi a un singolo corso, ma di avviare un modello replicabile. Un modello che coniughi l’eccellenza artigianale italiana con un forte impatto sociale.
Ora, il comitato esecutivo, che include anche la Fondazione Asilo Mariuccia onlus, si concentrerà sulla selezione della candidata.
La prima donna verrà avviata a un corso. Questo servirà a verificare la sua attitudine al mestiere orafo. Un passo concreto verso la realizzazione degli obiettivi prefissati.
La forza della partecipazione e i piani futuri
Roberto Ricci ha ringraziato tutti coloro che hanno aderito alla campagna. Clienti, giornalisti e rivenditori hanno contribuito al successo. Con 416 donatori coinvolti e 50 concessionari in Italia, la campagna ha dimostrato una notevole capacità di mobilitazione. Nonostante un “clima generale di guerra e di odio” che, secondo Ricci, avrebbe potuto sovrastare i valori di amore e passione per la vita, la risposta è stata positiva. Questo infonde ancora più forza per portare avanti il progetto.
Rubinia ha già annunciato una seconda fase del crowdfunding. Partirà da settembre. L’obiettivo a lungo termine è ambizioso: in tre anni, l’intenzione è far nascere una “casa-bottega”. Un luogo dove ospitare, formare e far lavorare donne artigiane. Non solo orafe, ma esperte in tutte le arti tipiche italiane. “Le scuole orafe sono monopolizzate dai grandi marchi, noi pensiamo a un laboratorio sociale dove mettere a fattor comune la sapienza dei nostri ultimi artigiani”, spiega Ricci.
Questo “progetto pilota” milanese si propone di reinventare il Made in Italy. In chiave nuova e attuale. Rendendolo un patrimonio universale. Condiviso. Non globalizzato, ma autenticamente italiano e accessibile. L’innovazione, l’impegno etico-ambientale e solidale sono da sempre l’anima di Rubinia. Dal 1985, l’azienda reinventa il concetto di gioiello e il suo ruolo sociale. Proponendo il lusso come un’opera d’arte democratica. Che celebra la vita e le sue emozioni più belle.
Cosa ne pensi dell’idea di combinare l’artigianato tradizionale con l’inclusione sociale?







