Fontana deciso sulla bocciatura del terzo mandato; Fontana critica la bocciatura, “Schiaffo ai cittadini”
La bocciatura del terzo mandato per gli amministratori locali scatena le reazioni. Il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, si esprime duramente. Parla di “schiaffo in faccia” ai cittadini.
Fontana sottolinea come le comunità dovrebbero poter confermare gli amministratori apprezzati. Quelli capaci ed efficienti. La decisione, secondo lui, è frutto di “ripicche” e “mezzucci”. Una politica che manca di visione.
Il presidente lombardo allarga il discorso. Critica il centralismo di Roma e Bruxelles. Questo penalizza Regioni e Amministrazioni locali. L’opposto di quanto desiderano i cittadini, specialmente al Nord, che auspicano il terzo mandato.
La posizione del Presidente Fontana sul terzo mandato
Il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, ha espresso forte disappunto riguardo alla bocciatura del terzo mandato per gli amministratori. Le sue parole sono chiare e dirette. “La bocciatura del terzo mandato deve far riflettere,” ha dichiarato Fontana. Questo perché, a suo avviso, rappresenta un colpo duro per le comunità locali. Un vero e proprio “schiaffo in faccia a quelle comunità che, democraticamente, attraverso il voto, vorrebbero confermare amministratori apprezzati, capaci ed efficienti”.
La questione del terzo mandato tocca un nervo scoperto nel dibattito politico italiano. Molti sostengono che limitare i mandati impedisca ai cittadini di scegliere liberamente. E di mantenere in carica figure che si sono dimostrate valide. Questo, secondo Fontana, va contro la volontà popolare. E mina la fiducia tra eletti ed elettori. La possibilità di un terzo mandato permetterebbe una maggiore continuità amministrativa. E la valorizzazione delle esperienze maturate sul campo.
Fontana non si limita a criticare il risultato. Ne analizza anche le cause. “Poi perché è frutto di ripicche e ‘mezzucci’ di una politica bassa che mira solo all’interesse partitico del momento senza una visione a largo respiro,” ha aggiunto. Questa affermazione denuncia una logica di corto respiro. Dove gli interessi di parte prevalgono sul bene comune. E sulla possibilità di una governance stabile ed efficace. Il presidente lombardo auspica un approccio più maturo. E meno legato a tattiche politiche contingenti.
Il centralismo e la penalizzazione delle autonomie
Ampliando la sua critica, Fontana ha toccato un tema più generale. Ha espresso rammarico per il persistente centralismo. Sia a Roma che a Bruxelles. “Spiace constatare che sia a Roma, sia a Bruxelles, il centralismo continui a farla da padrone,” ha concluso. Questa tendenza, secondo lui, penalizza costantemente le Regioni e le Amministrazioni locali. Questo è in netto contrasto con le aspirazioni dei cittadini.
Il presidente lombardo è un convinto sostenitore dell’autonomia e del federalismo. Principi che sono da sempre molto sentiti nel Nord Italia. I cittadini del Nord, infatti, “hanno sempre visto nell’Autonomia e nel federalismo una grande opportunità di crescita per il proprio territorio e per l’intero Paese”. La visione di Fontana è quella di un sistema in cui le decisioni siano prese il più possibile vicino ai territori. Con maggiore responsabilità e autonomia per gli enti locali. Questo porterebbe a una migliore gestione delle risorse. E a una maggiore capacità di rispondere alle esigenze specifiche delle comunità.
Il centralismo, al contrario, crea burocrazia e inefficienze. Lontano dalle realtà locali, le decisioni possono non essere ottimali. E possono non riflettere le vere priorità dei cittadini. La critica di Fontana al centralismo è quindi un richiamo a una maggiore sussidiarietà. E a un riconoscimento del valore delle autonomie. Come motori di sviluppo e innovazione per l’intera nazione.
Il dibattito sul terzo mandato e le sue implicazioni
Il dibattito sul terzo mandato non è nuovo. E le posizioni sono spesso contrapposte. Da una parte, c’è chi sostiene che il limite ai mandati sia una garanzia di ricambio. E un freno a possibili derive personalistiche. O alla formazione di rendite di posizione. Questa visione punta a favorire nuove energie. E a evitare che un politico resti troppo a lungo al potere.
Dall’altra parte, come evidenziato da Fontana, c’è la questione dell’efficienza. E della volontà popolare. Un amministratore che ha dimostrato competenza e capacità. E che gode della fiducia dei cittadini. Dovrebbe avere la possibilità di continuare il suo lavoro. Specialmente se i progetti avviati sono a lungo termine. E richiedono continuità. La perdita di figure esperte può tradursi in un rallentamento. O in una dispersione delle competenze.
Le implicazioni di questa decisione vanno oltre la singola elezione. Riguardano il rapporto tra politica e cittadini. E la percezione della democrazia locale. Se i cittadini non possono scegliere chi ritengono migliore. Si rischia di creare frustrazione. E un senso di distacco dalla politica. La questione del terzo mandato è quindi un banco di prova. Per capire come le istituzioni intendano bilanciare principi diversi. La necessità di ricambio. E la libertà di scelta democratica.
La richiesta di autonomia: una visione per il paese
La chiosa di Fontana sul centralismo riassume una visione più ampia. Quella di un Paese che dovrebbe puntare maggiormente sull’autonomia. E sul federalismo. Questo non è solo un interesse delle Regioni del Nord. Ma una prospettiva che potrebbe portare benefici a tutta l’Italia. Una maggiore autonomia gestionale può liberare energie. E favorire processi decisionali più rapidi ed efficaci.
L’idea è che la prossimità tra amministratori e cittadini sia un valore aggiunto. Permette una conoscenza più approfondita dei problemi. E una maggiore capacità di trovare soluzioni mirate. Invece di decisioni calate dall’alto. Il federalismo, in quest’ottica, non è una minaccia all’unità nazionale. Ma una strategia per rafforzare il Paese. Rendendolo più efficiente e competitivo.
La posizione di Fontana è un appello a una riflessione più profonda. Sul modello di governo che si vuole per l’Italia. Un modello che valorizzi le peculiarità territoriali. E che dia fiducia alle capacità delle amministrazioni locali. Riconoscendo il ruolo centrale che esse svolgono nella vita quotidiana dei cittadini. E nel progresso dell’intero sistema Paese.







