Il mondo del lavoro, e dell’economia in generale, è notevolmente cambiato. Se prima il posto fisso era la regola, oggi c’è sempre più precarietà e il raggiungimento della pensione è diventato una corsa ad ostacoli, con riforme e provvedimenti alle porte. I conti della previdenza sociale costringono lo Stato spesso a mettere mano alle regole per evitare che le casse previdenziali vadano in rosso. Il lavoratore conscio e lungimirante lo sa, ma sa anche che fortunatamente esistono dei rimedi per arginare i lati negativi di tale situazione.
Sapersi organizzare in ottica futura, dunque, rappresenta una delle chiavi per provare a garantirsi un futuro tranquillo e sereno dal punto di vista economico. È proprio in un contesto del genere, infatti, di profonda incertezza, che emerge l’importanza di un piano pensionistico o previdenza integrativa.
Quest’ultima è una forma di assicurazione pensionistica privata che vada a sommarsi alla pensione obbligatoria. Anche se a molti giovani può sembrare presto per pensare alla pensione, la previdenza complementare è un argomento che riguarda soprattutto loro. Molti genitori, addirittura, stanno cominciando ad aprire questi piani per i propri figli piccoli, per approfittare degli sgravi fiscali e per mettere le basi per il loro futuro in attesa che entrino nel mercato del lavoro.
Ma qual è il metodo più adatto? Come suggeriscono gli esperti, diversamente dal fondo pensionistico (aperto e chiuso), a cui i lavoratori possono aderire in modo collettivo o tramite contratti fatti dalle aziende per cui lavorano, il piano individuale pensionistico è, come dice la parola, solo individuale e viene costituito nella forma di un contratto di assicurazione sulla vita. Il primo step consiste nell’aderire a un Piano individuale pensionistico. A quel punto, il contraente è chiamato a versare contributi regolari in un ipotetico piano di investimento, o una volta raggiunta l’età pensionabile o prima. La flessibilità è uno dei suoi punti di forza: il capitale versato non andrà mai perso e, in caso di morte del beneficiario del piano, il tutto sarà riscattato dagli eredi.
Altro aspetto da considerare: i rendimenti generati dai Pip sono poi tassati al 20%, e non al 26% come gli altri investimenti. Ci sono quindi dei vantaggi fiscali da valutare nei minimi dettagli, possibilmente insieme a un panel di esperti. Il Piano di Accumulo Capitale, invece, è una soluzione di investimento basata su versamenti periodici che permette di mitigare le oscillazioni di mercato. Incrementando il proprio investimento di base regolarmente, si potrà veder crescere il proprio risparmio nel tempo, avvicinandosi più velocemente propri obiettivi finanziari. La scelta migliore, dunque, per supportare un investimento contenendo i rischi.