Emergenza aggressioni in sanità: medici in fuga e un appello per il cambiamento
ROMA, 16 settembre 2024 – Emergenza. La situazione delle aggressioni ai professionisti sanitari in Italia è sempre più allarmante. Secondo i dati raccolti da Amsi, Umem e Uniti per Unire, le violenze nei confronti di medici e infermieri sono aumentate del 38% negli ultimi 5 anni, spingendo molti a considerare la fuga all’estero.
La manifestazione di protesta svoltasi oggi a Foggia ha messo in luce l’urgenza di trovare soluzioni concrete per garantire la sicurezza di chi opera nel settore sanitario.
Un grido d’allarme che non può essere ignorato
Il Prof. Foad Aodi, esperto in salute globale e leader delle associazioni, ha sottolineato come le aggressioni siano diventate la prima causa di richiesta di fuga all’estero da parte dei professionisti sanitari italiani. Oltre 778 richieste sono state registrate solo tra agosto e settembre di quest’anno. Le motivazioni principali sono la paura per la propria incolumità, i turni massacranti e le carenze di personale.
Le cause del problema
Le cause di questo fenomeno sono molteplici e complesse. Tra le principali si possono individuare:
- Carenza di personale: Gli organici ridotti all’osso e i turni massacranti aumentano lo stress e la frustrazione dei professionisti, rendendoli più vulnerabili alle aggressioni.
- Tempi di attesa prolungati: Le lunghe attese per le visite e gli esami aumentano la tensione dei pazienti e dei loro familiari, che spesso scaricano la loro frustrazione sui medici e sugli infermieri.
- Mancanza di risorse: La carenza di risorse economiche e strutturali incide sulla qualità delle prestazioni e contribuisce ad aumentare il malcontento.
- Clima di sfiducia: La diffusione di notizie negative e di casi di malasanità ha contribuito a creare un clima di sfiducia nei confronti dei professionisti sanitari.
Le proposte per una soluzione
Per affrontare questa emergenza, Amsi, Umem e Uniti per Unire propongono una serie di misure concrete:
- Aumento degli organici: È fondamentale aumentare il numero di medici, infermieri e altri professionisti sanitari per ridurre il carico di lavoro e migliorare la qualità delle prestazioni.
- Riduzione dei turni massacranti: È necessario garantire ai professionisti orari di lavoro più umani e condizioni lavorative dignitose.
- Valorizzazione economica dei professionisti: Aumentare gli stipendi e migliorare le condizioni contrattuali è fondamentale per attrarre e trattenere i professionisti più qualificati.
- Rafforzamento della sanità territoriale: Investire nella medicina di base e nei servizi territoriali può ridurre il carico di lavoro dei pronto soccorso e migliorare l’accesso alle cure per i cittadini.
- Miglioramento della comunicazione: È necessario promuovere una comunicazione più efficace tra professionisti sanitari e pazienti per ristabilire un clima di fiducia.
- Maggiore sicurezza nei luoghi di lavoro: Aumentare la presenza delle forze dell’ordine nelle strutture sanitarie e prevedere pene più severe per gli aggressori.
Conclusioni
L’emergenza delle aggressioni ai professionisti sanitari è una questione che richiede un’azione immediata e coordinata da parte di tutte le istituzioni coinvolte. Solo attraverso un impegno congiunto sarà possibile garantire la sicurezza di chi ogni giorno si prende cura della nostra salute e ripristinare la fiducia dei cittadini nel sistema sanitario.