I senzatetto dell’ospedale di Gallarate, libertà vigilata per uno dei senza fissa dimora del Sant’Antonio Abate.
La famiglia abusiva del Sant’Antonio Abate
Il giovane ventisettenne con la sua famiglia da anni vive all’interno dell’ospedale di Gallarate occupando abusivamente degli spazi all’interno dei reparti.
Il ragazzo era già “sorvegliato speciale” dal 2018, ma ora i Carabinieri l’hanno fermato e ridotto in “libertà vigilata”.
Ora il giovane senzatetto dovrebbe iniziare un percorso di reinserimento al Sert per tentare un reinserimento nella società.
Il senza tetto del Sant’Antonio Abate ha già collezionato una lunga serie di denunce.
Ultimamente aveva picchiato la madre in uno dei cortili dell’ospedale.
Nel corso degli anni ha collezionato denunce per interruzione di pubblico servizio, lesioni, resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamenti.
Lui e la sua famiglia sono famosi nell’ambiente ospedaliero in cui da anni impongono la loro presenza molesta.
L’occupazione degli spazi
Inizialmente avevano occupato un sottoscala, ma l’amministrazione dell’ospedale lo aveva chiuso con dei cancelli.
Poi hanno occupato man mano altri passaggi tra reparti, creando problemi per la normale attività degli stessi.
Come se non bastasse, i componenti della famiglia sono diventati nel tempo sempre più molesti e violenti.
Non sono moltissimi i senza tetto che hanno deciso di abitare negli spazi caldi e protettivi dell’ospedale cittadino, ma la “famiglia”, composta da quattro persone, recita il ruolo più attivo.
Sono all’ordine del giorno danneggiamenti alle attrezzature, ai distributori di caffè, ai cestini dei rifiuti oltre alle intemperanze verso il personale sanitario.
Le alternative e il caso in parlamento
Premesso che a Gallarate esistono alternative tra cui Casa di Francesco e ora anche Casa di Sant’Eurosia, ma i senza tetto dell’ospedale si rifiutano di accettarle.
Il caso del Sant’Antonio Abate è finito anche nelle aule parlamentari con un’interrogazione di Paola Frassinetti dei Fratelli d’Italia.
La parlamentare aveva ricostruito il caso e aveva chiesto conto al Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese della situazione che è venuta a crearsi tra le mura dell’ospedale di Gallarate.