Ai cantieri navali di Fincantieri servono operai, ma la manodopera italiana non è disponibile e quindi scoppia il caso Monfalcone
Il caso Monfalcone
Continuano le richieste di nuovi lavoratori da parte dei cantieri navali, ma arrivano da lontano e sono islamici, così scoppia il caso Monfalcone.
In Fincantieri i lavoratori stranieri sono il 30%, ma la domanda continua di nuove maestranze fa diventare il caso Monfalcone un caso nazionale e internazionale. La cittadina giuliana situata tra Gorizia e Trieste è diventata, suo malgrado, un laboratorio interetnico dove si mescolano diffidenza e integrazione.
L’argomento è trattato dal foro indipendente di osservazione neodemos.info.
Il diritto a professare la propria fede e il caso Monfalcone
“Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume” recita l’articolo 19 della Costituzione.
Conseguentemente il Consiglio di Stato ha ingiunto all’Amministrazione Comunale di Monfalcone di individuare al più presto luoghi idonei per la preghiera richiesti dalla comunità islamica.
Il pronunciamento è arrivato in seguito a una serie di ricorsi contro la decisione della sindaca Anna Maria Cisint di chiudere alcuni centri di preghiera islamici. La sindaca aveva deciso sulla base irregolarità urbanistiche e igieniche. Motivazioni che, se fossero prese in considerazione da altri comuni, porterebbero alla chiusura di numerosi centri di preghiera e di aggregazione cattolici.
Le dinamiche demografiche
Nella cittadina friulana i residenti italiani sono circa 20.600 mentre gli stranieri sono quasi 9 mila, in pratica 1 su tre. Ma la popolazione straniera che vive nella cittadina è largamente superiore perché l’immigrazione a Monfalcone è di vecchia data.
Il caso Monfalcone è solo la punta di quella enorme montagna di ghiaccio galleggiante che è il problema della difficile convivenza fra i cittadini italiani e quelli di origine straniera.
Oltre al fatto che una grossa fetta di abitanti di Monfalcone è di origine straniera bisogna anche tener conto delle nuove dinamiche demografiche e di età/sesso.
- Gli stranieri con più di 70 anni erano 91, gli italiani 5.400.
- le persone nelle età centrali di lavoro (25-44) quasi si equivalevano, con 3.558 italiani e 3.599 stranieri.
- Fra questi potenziali lavoratori stranieri, il 58% erano uomini (ma in età 40-44 gli uomini erano il doppio delle donne).
- I bambini italiani in età prescolare (0-5) erano 685, gli stranieri 1.017.
Il tetto del 20%
Il caso Monfalcone evidenzia, ovviamente, quanto sia irrealizzabile la proposta di un tetto del 20% di alunni stranieri per classe. A meno che non si mettano in condizione le donne italiane di poter crescere dignitosamente i propri figli.
I subappalti selvaggi e il Caso Monfalcone
Nella cittadina friulana nel 2022 il saldo migratorio degli stranieri è stato di +730 mentre quello degli italiani è stato -130.
Le dinamiche dei residenti sono prevalentemente influenzate dalla presenza di Fincantieri. L’indotto della costruzione di navi da crociera è svolto prevalentemente da catene selvagge di subappalti. E i lavoratori coinvolti sono prevalentemente bengalesi, provenienti da aree molto povere e disposti a lavorare per salari modestissimi. Il Caso Monfalcone quindi riguarda una serie di aspetti e probabilmente diventerà sempre più rilevante se non verranno intraprese valide e realistiche attività di integrazione.
Le più importanti potrebbero esserci la scuola con l’insegnamento della lingua italiana sia per i bambini che per gli adulti, uomini e donne. Ma anche un equilibrio del lavoro che tenga conto sia della competitività di Fincantieri, sia della necessità di dare continuità e salari decenti ai lavoratori, evitando lo sfruttamento legale. Infine c’è il problema casa che nell’Italia del miracolo economico era un onere di cui si facevano carico gli “imprenditori illuminati”. Ma ora gli imprenditori illuminati sono scomparsi, soppiantati dai “prenditori”.
Per ultimo, ma non ultimo, c’è tutto tutto il resto che va dalla religione allo sport, dal tempo libero all’incontro tra le culture.
La storia e la memoria
Gli italiotti spendono cifre assurde per vedere extracomunitari in mutande rincorrere un pallone. e li idolatrano. Si riempiono d’orgoglio perchè la nostra atletica colleziona ori, ma anche gli altri sport. E questo succede sempre più grazie agli extracomunitari. In questi casi non importa a nessuno se siano o meno musulmani. Due pesi e due misure.
Ma la cosa più ridicola è che ci siamo dimenticati chi siamo. Ci siamo dimenticati dei nostri avi che sono stati costretti a lasciare casa, tradizioni e famiglie per trasferirsi nei nuovi mondi. Ci siamo dimenticati i cartelli “vietato entrare a cani e italiani” affissi sulla soglia delle botteghe tedesche. Ci siamo dimenticati!
Somma Lombardo 13 aprile 2024