Condannata ASST per vessazioni a lesbica, il Tribunale di Busto Arsizio condanna la Azienda Sociosanitaria Territoriale della Valle Olona a pagare 10mila euro all’infermiera vessata.
IL CASO
L’infermiera lavorava come responsabile dell’ambulatorio di ginecologia e ostetricia di una struttura della ASST Valle Olona.
Il primario del suo reparto l’aveva sottoposta a vessazioni dopo che aveva saputo il suo orientamento sessuale.
L’uomo l’aveva costretta a lavorare in un ambiente ostile, poi l’aveva trasferita in un altro reparto.
Condannata ASST per vessazioni a lesbica – SENTENZA INNOVATIVA
Il Tribunale di Busto Arsizio per la prima volta ha riconosciuto le molestie per orientamento sessuale nei confronti di una donna lesbica perseguitata da i suoi superiori.
IL RACCONTO DELLA VITTIMA
L‘infermiera ha raccontato di avere avuto un rapporto molto cordiale col primario e di avere vissuto la relazione con la sua compagna molto riservatamente.
Fino a quando la sua compagna, medico nello stesso ospedale, ha avuto gravi problemi di salute.
L’infermiera ha dovuto richiedere molti permessi di lavoro per assisterla e allora il primario ha avuto contezza della relazione tra le due
Da quel momento il primario ha cambiato completamente atteggiamento.
L’uomo ha cominciato a non rivolgerle più la parola e a fare battute oscene, alcune sono incluse negli atti del processo.
Verso la fine del 2019 la situazione nel reparto di ginecologia era diventata ormai insostenibile.
Successivamente la responsabile del personale infermieristico della struttura in un colloquio con l’infermiera, da lei registrato, le aveva prospettato un trasferimento.
Inoltre la responsabile le aveva proposto un reparto per lei impraticabile per pregressi problemi di salute o un reparto che era considerato il peggiore dell’ospedale.
LO SDEGNO DEI COLLEGHI
Il caso però si gonfia in reparto e i dirigenti medici di ginecologia ed ostetricia del presidio mandano una lettera alla dirigenza dell’ASST Valle Olona e al primario.
Nella lettera esprimono dispiacere e incredulità per il trasferimento.
Ma tutto è inutile e la situazione lavorativa dell’infermiera peggiora.
In conclusione scatta la denuncia penale per abuso d’ufficio e violenza privata e i tentativi del suo legale per trovare una soluzione.
Ma non c’è nulla da fare e si arriva a fare una denuncia al giudice del lavoro, che riconosce le molestie e condanna il datore di lavoro.