NO OGM: agricoltori al centro della ricerca. Approvata la nuova genetica verde
Introduzione: Il Parlamento Europeo ha recentemente dato il via libera alla nuova genetica verde NO OGM, consentendo la selezione di nuove varietà vegetali con maggiore sostenibilità ambientale e minor utilizzo di input chimici.
Coldiretti Varese sottolinea che questa decisione favorirà anche la resilienza e l’adattamento alle sfide climatiche, nel rispetto della biodiversità e della distintività dell’agricoltura italiana ed europea.
Paragrafo 1: Sostenibilità ambientale e riduzione di input chimici La nuova genetica verde NO OGM permetterà di sviluppare varietà vegetali con maggiore sostenibilità ambientale, riducendo al contempo l’utilizzo di input chimici. Questo approccio si allinea con la necessità di affrontare le sfide ambientali e ridurre l’impatto dell’agricoltura sul pianeta.
Paragrafo 2: Resilienza e adattamento ai cambiamenti climatici La decisione del Parlamento Europeo mira a promuovere la resilienza e l’adattamento delle colture agricole ai cambiamenti climatici. Questo è particolarmente importante per far fronte alle nuove patologie e insetti che si diffondono in Europa a causa delle variazioni climatiche.
Supporto della ricerca pubblica Un punto cruciale è il sostegno che la ricerca pubblica potrà offrire, abbandonando la logica del brevetto delle multinazionali delle sementi. Ciò favorirà la competitività delle imprese agricole, consentendo loro di innovare e affrontare le sfide in modo più efficace.
Tecniche di Evoluzione Assistita (Tea O NGT) Le nuove tecnologie di miglioramento genetico, denominate Tea o NGT, differiscono significativamente dagli OGM tradizionali. Non coinvolgono l’inserimento di DNA estraneo alla pianta, consentendo invece di riprodurre in modo preciso i risultati dei meccanismi naturali alla base dell’evoluzione biologica.
Accordi storici per una genetica verde In Italia, la nuova genetica verde potrà beneficiare degli accordi tra agricoltori e scienziati, come quello siglato tre anni fa tra Coldiretti e la Società Italiana di Genetica Agraria (Siga). Questi accordi mirano a tutelare la biodiversità e migliorare l’efficienza del modello produttivo, coinvolgendo anche ambientalisti e consumatori nella ricerca partecipata.
Conclusione: La decisione del Parlamento Europeo rappresenta una grande sfida per far tornare gli agricoltori protagonisti della ricerca, evitando che i risultati finiscano nelle mani di poche multinazionali. La nuova genetica verde promette di affrontare la sfida climatica, difendere la biodiversità agraria e garantire nuove opportunità di crescita per il settore agroalimentare nazionale.