In un edificio abbandonato, nel bel mezzo della opulenta Varese: questa notte è capitata la morte di un quarantenne senza tetto
Morte di un senza tetto
Sarà l’autopsia a stabilire la causa del decesso. Ma probabilmente è stato il freddo lancinante di queste notti serene a causare la morte di un senza tetto in zona stazione a Varese.
La strage degli invisibili prosegue senza tregua nelle strade lombarde. Nel 2023 ci sono state 67 vittime e le cause sono state le più disparate. Gli ultimi muoiono per malori, annegamenti, violenze o incendi e, a volte anche per il freddo.
La vittima
L’uomo trovato morto è un quarantenne che aveva trovato riparo in un edificio abbandonato nella zona delle stazioni a Varese. Sul luogo della tragedia sono intervenuti gli agenti della Questura, i vigili del fuoco e gli operatori del soccorso. Ma oramai era tardi e nessuno ha potuto salvare lo sfortunato senza tetto. I soccorritori lo hanno trovato ieri sera poco prima delle 19 in un’area dismessa dietro alla stazione di Varese nella centralissima zona di piazzale Kennedy.
La strage degli invisibili
Negli ultimi giorni nel milanese sono morti altri due senza tetto. Uno era un quarantasettenne milanese
e l’altro era Adrian, un romeno cinquantasettenne che si rifugiava davanti alla chiesa di via Saponaro al Gratosoglio. Lo scorso anno 2023 nella ricca Lombardia sono morti 67 disperati senza tetto. Un morto ogni cinque giorni. L’anno precedente erano stati 66. Ovviamente è Milano a contare più morti (28), ma anche nel bresciano (9). Ma nel bergamasco, nel lecchese, nel pavese, in tutta la regione insomma gli invisibili muoiono negli angoli più bui. Molti di loro non trovano neanche un nome. Molti sono di origine straniera.
L’emergenza freddo
L’unico dato in controtendenza è che nel 2023 solamente una delle morti è imputabile all’ipotermia. I piani per l’emergenza freddo sembra abbiano funzionato. L’ampliamento dei posti letto nelle strutture di accoglienza notturna e il rafforzamento delle attività delle unità di strada hanno dato il loro contributo. Il tema più urgente resta comunque quello di rafforzare la rete di protezione. Bisognerebbe aiutare chi vive il disagio estremo l’accesso a un rifugio, alle cure o a percorsi di reinserimento sociale.
Ma queste sono solo speranze e chi vive sperando muore e basta!
Varese 22 gennaio 2024