Droga in serra a Cocquio Trevisago, quotidiani servizi di controllo del territorio finalizzati alla prevenzione e repressione dello spaccio di sostanze stupefacenti all’interno delle aree boschive
Chi ha partecipato alle indagini:
I Carabinieri della Stazione di Besozzo (VA) insieme ai militari dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Calabria” e all’unità cinofila Kevin del Nucleo Carabinieri di Casatenovo (LC),
Hanno perlustrato le zone boschive del comune di Cocquio Trevisago, hanno individuato, all’interno di una proprietà privata, una serra.
All’interno della serra erano state coltivate 15 piante verosimilmente del tipo marijuana.
Le operazioni di ricerca sono, quindi, proseguite all’interno dell’abitazione limitrofa al luogo di rinvenimento delle piante ed in uso al presunto coltivatore, un uomo di 44 anni;
gli uomini dell’Arma hanno così recuperato ulteriori 150 grammi della medesima sostanza, nascosti in un mobile del soggiorno, nonché un bilancino di precisione.
Pertanto, a conclusione degli accertamenti, l’uomo è stato denunciato per coltivazione di sostanze stupefacenti e psicotrope. Droga e materiali sono stati sequestrati.
Le operazioni di controllo sono ormai giornaliere e ve le stiamo proponendo mano a mano che ci arrivano i comunicati ufficiali: oltre a Cocquio anche a Tradate e Castiglione Olona.
L’ultimissima operazione l’abbiamo pubblicata ieri:
Controlli anti-droga oltre 150 persone e 60 veicoli, presidiate le principali arterie stradali del gallaratese e le strade provinciali.
Controlli anti-droga sui comuni che si affacciano sul Fiume Ticino e sul Lago Maggiore, tra cui Somma Lombardo, Angera e Sesto Calende.
Molto alto il numero dei controlli (oltre 150 persone e 60 veicoli) da cui sono emersi diversi comportamenti poco aderenti alla norma.
L’episodio più cruento:
Banda di marocchini in arresto. L’operazione antidroga condotta dalla Polizia di Stato di Varese ha portato all’arresto di 25 persone, di cui 24 sono in carcere e una ai domiciliari.
La banda, composta principalmente da individui di nazionalità marocchina, si occupava dello spaccio di droga nelle zone boschive delle province lombarde e piemontesi.
Le accuse mosse ai membri della banda includono tortura con uccisione del torturato, tentata estorsione, rapina, detenzione di armi e reati in materia di stupefacenti.