Malpensa, corriere della droga, che come spesso accade, cerca di occultare la droga, per sfuggire ai controlli.
L’aeroporto crocevia del traffico della droga, come Fiumicino ed altri scali, assieme a Gioia Tauro e altri porti.
“Secondo la GdF, da dicembre 2022 ad aprile 2023 lo spacciatore ha stoccato e spedito 61 chili di ecstasy, tra Australia e Stati Uniti, con un guadagno al dettaglio di circa 10 milioni di euro.
La droga, per non destare sospetti, veniva pressata e lavorata per comporre statuine a forma di orsetto o Buddha.
Droga infilate nei pacchi e spedita a rotazione da Novara, Milano e Varese. Il narcotrafficante è stato bloccato mentre stava per partire per Bangkok. (ANSA)”
Sulla droga abbiamo scritto molto;
Droga dalla Colombia, il quadro della situazione complessa e articolata, descritta nell’intervista di Giuseppe Criseo a Simone Ferrari.
Colombia, situazione particolarmente pesante a causa di una serie ci concause, e le Istituzioni non sempre riescono a controllare il territorio, Ferrari:
“piu’ che una scelta è un’imposizione di alcuni gruppi armati”, mentre ” in altri casi è una scelta”.
Le opzioni sul blocco delle attività legali ci sono e in parte sono già state messe in atto, ma evidentemente gli interventi a livello locale sono difficili.
Gli interessi sulla droga che arriva dalla Colombia sono enormi, e anche in Bolivia e Peru’ ci sono condizioni simili.
All’aeroporto di Malpensa le autorità doganali ne hanno sequestrato 53,92 chilogrammi.
A dire il vero la droga a Malpensa arriva sia nei bagagli dei passeggeri che nascosta tra le merci nella zona cargo.
i trafficanti di marijuana non usano molto il trasporto aereo, ma nel biennio 2019/2020 c’è stato un incremento di sequestri del 50,35%.
I sequestri negli aeroporti sono passati da 114,91 a 172,6 chilogrammi.
Gli esempi di droga nascosta sono vari: il più usato è l’ingerimento (2020)
Malpensa il traffico internazionale di droga continua, tra un volo e l’altro.
I micro trafficanti, usati come contenitori a basso costo, transitano da questo crocevia imbottiti di ovuli di
cocaina ingeriti per quattro soldi, col rischio di morire in modo atroce se si rompono nella pancia o di finire in galera se qualcosa gli va storto.
Questa volta è toccato a un nigeriano che ne aveva “mangiati” una sessantina in cambio di 4 mila euro.
Il malcapitato, difeso dall’avvocato Livio Grandis, è stato sentito dal gip Tiziana Landoni alla quale ha raccontato la sua triste storia.