“Di lievità e di anime nuove” è il titolo dell’opera inaugurata oggi in ricordo delle numerose vittime della pandemia da Covid-19.
Il monumento è collocato nel parco Rita Levi Montalcini, di fianco al cimitero, in via Piave.
Il sindaco Marco Baroffio con l’assessore Giuseppe Palomba e Consiglieri comunali Luciano Almasio, Luca Giuseppe Mauro e Fausto Bossi hanno scoperto la nuova scultura. Come in foto.
L’opera ..di lievità e di anime nuove..
A spiegarne il senso di leggerezza e lievita Marina Comerio, artefice del progetto realizzato con Giovanni Galli.
“L’opera nasce in memoria dei caduti di Covid su richiesta dell’amministrazione comunale di Fagnano Olona. Come sempre succede di fronte ad un progetto nuovo, mi prendo il tempo necessario per capire e studiare la tematica. Soprattutto per “ascoltarmi”, per sentirla in primis dentro di me, per chiedermi alla fine poi cosa voglio dire a riguardo”. Spiega Comerio.
Parlare di Covid è complicato perché ha colpito tutti. Parlare di decessi lo è ancora di più perché si va a sfiorare ferite recenti o antiche che però rimangono sensibili in maniera indelebile. Poi come dimenticare l’impegno e il sacrificio di categorie intere di lavoratori che si sono trovati catapultati in una vera guerra contro un nemico subdolo ed invisibile.
Presenti anche alcuni rappresentanti delle associazioni fagnanesi.
Una piuma come le “anime nuove”
“Era necessario parlare di tutto, che nessuno si sentisse escluso ed essere delicati. Dare comunque un segnale di gratitudine da un lato e di speranza dall’altro.
Ed ecco allora che nella mia mente prende forma una piuma. Con tutta la simbologia che ne consegue. Che racchiude tutto. Che ha la lievità necessaria per non ferire nel ricordo. Che ci rimanda agli angeli, a spiriti superiori, a quelle “anime nuove” che non hanno sesso, età o razza, che ci fanno sperare in un “non abbandono”, che ci ricordano che spesso sono tra di noi con ali ben nascoste.
La piuma è lì, visibile, appena appoggiata. Come, se ci guardassimo intorno, ne potessimo vedere ancora uno”. Conclude Marina Comerio spiegando l’idea dell’opera “di lievità e di anime nuove”.
Un momento di riflessione e di ricordo permanente, nonché di ripartenza dopo questi 3 anni di pandemia che hanno colpito duramente il paese.