Sul sipario del Teatro Giuditta Pasta di Saronno in scena Solitarium: favola di due timidezze
Una tournée internazionale, anzi intercontinentale quella di Teatrodistinto e dello spettacolo SOLITARIUM andato in scena sul palco del teatro della Città di Saronno il 14 febbraio per poi ripartire alla volta di Austria, Francia, Germania, Estonia, Israele e Canada .
Proprio in occasione di San Valentino la Rassegna Giovani Sguardi ha ospitato sul palco del Teatro della Città di Saronno uno degli spettacoli annoverati tra le migliori produzioni nazionali per le nuove generazioni: mimo, poesia, suoni, immagini e danza si intrecciano per narrare la storia di due ragazzi soli, un lui e una lei, che vivono l’uno accanto all’altra.
Le loro abitazioni sono separate da un piccolo vialetto di ghiaia. Fra timidezze e umorismo assistiamo al loro graduale avvicinamento e alla nascita di un amore.
Piccoli gesti, sguardi fugaci, il suono dei loro passi sulla ghiaia avvicinano le distanze, aprono le porte che li separano, permettendo loro di trovarsi, senza timore.
Nell’epoca dei Social la conoscenza con l’altro e la definizione del sé passano attraverso uno schermo, l’imperfezione può essere aggiustata e la spontaneità, in qualche modo, preparata.
Il rischio è fuggire dalle difficoltà e al contempo dall’insostituibile valore del qui e ora.
La produzione di Teatrodistinto, con autore e regista Daniel Gol e gli attori Chloè Ressot e Sebastiano Bronzato racconta, senza l’utilizzo di parole, la relazione umana nella sua semplicità e purezza: dopo due anni di chiusura e isolamento ancora così vivi nella memoria dei giovani, queste porte che gradualmente si aprono e perdono il loro ruolo sono metafora del desiderio di scoperta insito in ognuno di noi e testimoniano, in qualche modo, la possibilità di riprendere il proprio viaggio.
La vicenda è narrata attraverso una serie di coreografie, suoni e ritmi che veicolano una storia. Un lavoro corporeo attento genera immagini nette, comprensibili a tutte le età per la loro pulizia e intellegibilità.
Il risultato del lavoro è un susseguirsi di situazioni raccontate con grande sintesi. Per questo l’occhio dello spettatore, qualunque età abbia, assimila i contenuti attraverso il proprio mondo emotivo e con l’aiuto del proprio sistema di pensiero. Nella rielaborazione il livello di lettura cambia e si definisce in base all’età, facendo uso del bagaglio esperienziale di cui ciascuno è fornito, portando lo spettatore ad una partecipazione attiva e personale.
Il linguaggio, dunque, porta lo spettatore ad una partecipazione attiva e personale.