È stato recentemente reso disponibile, sul sito del Ministero della Salute, il Rapporto tossicodipendenze, dove si riportano dati di utilizzatori di sostanze illegali
Rapporto tossicodipendenze
Il Rapporto tossicodipendenze contiene informazioni sulla salute e assistenza medico/sanitaria di utilizzatori di sostanze illegali nei servizi che dipendono dal Ministero.
I servizi sono il SerD o SerT, le case di cura pubbliche e private (dati di dimissione ospedaliera identificati con la sigla SDO) e Servizi di Pronto Soccorso.
Il rapporto è stato analizzato da ADUC che che lo critica pesantemente per le informazioni mancanti e le analisi insensate e distorcenti
Il Rapporto è suddiviso in sezioni:
Dopo un’Introduzione, in cui si riassumono le basi e i principali ‘risultati’, si passa alla Prima Parte.
In questa parte si richiama il ‘nuovo’ sistema informativo SIND.
Questa è la struttura dei dati forniti dai Servizi Pubblici per le Tossicodipendenze/Dipendenze, in uso dopo il 2012.
I dati sono raccolti dalle regioni e poi trasmessi al Ministero.
I dati riportati nella Seconda Parte raccolgono ‘teoricamente’ le informazioni sui soggetti da assistere.
Sono relativi alla situazione demografico/sociale e a quelle strettamente legate all’uso di sostanze illegali, modalità e conseguenze mediche.
Vengono poi riportate le terapie utilizzate.
La Terza Parte riporta le informazioni di interesse, identificate da chi ha scritto il rapporto, derivabili dai dati SDO e dai dati relativi agli interventi di Pronto Soccorso.
Secondo ADUC ci sono molti punti scadenti sia nella Seconda che nella Terza Parte.
Bisogna tener presente che si sostiene di riportare, specificamente per la Seconda Parte, le analisi dei dati del Sistema Informativo Nazionale delle Dipendenze relativo all’anno 2021.
L’introduzione
L’introduzione inizia così ‘..Il Rapporto SIND tossicodipendenze 2021 illustra nel dettaglio i principali dati sull’utenza…’
E sotto si dice che i dati presentati nel Rapporto sono riferiti all’anno 2021.
Rappresentano una fotografia dei servizi, delle caratteristiche degli utenti e delle attività dei servizi di dipendenze nonché delle risorse di personale.
In realtà, se si approfondiscono i dati utilizzando tutte le tabelle fornite esplicitamente, si verifica che ben poco si può sostenere di ‘conoscere’ sui soggetti seguiti.
Si conosce l’età, sia dei nuovi trattati che di quelli già in carico e anche il sesso, ma quasi null’altro.
Mancano i dati che riguardano la situazione relativa all’istruzione, al sociale, al lavoro e, soprattutto, alla ‘carriera di utilizzatore di sostanze illegali’.
Secondo ADUC sarebbe indispensabile conoscere tutto questo per poter svolgere adeguatamente il lavoro di assistenza e il lavoro di informazione necessaria.
E ciò viene esplicitamente richiamato, per quanto riguarda sia la relazione annuale al parlamento, di cui i dati SIND dovrebbero essere un’informazione centrale.
Inoltre riguarda anche la trasmissione dei dati all’Osservatorio Europeo.
Per spiegare meglio le gravi carenze, secondo ADUC basta considerare tutte le tabelle, relative alla Seconda Parte, e valutare l’incidenza del ‘non noto’.
Poi naturalmente si ottiene come conseguenza l’uso scorretto e distorto dei dati nelle analisi proposte.
Dati mancanti: livello e uso distorto
ADUC riporta i principali dati mancanti che, solo parzialmente, sono anche mostrati in un grafico.
Nel testo del rapporto si riportano comunque i dati molto scadenti, come se avessero un valore di conoscenza, e se ne conducono le analisi senza senso.
In alcune Tabelle mancano troppi dati.
Secondo ADUC questa carenza non permette più di utilizzare un metodo di stima sviluppato dall’Italia e utilizzato fino al 2011
La carenza non sarebbe stata così presente, prima dell’introduzione di Sistema Informativo Dipendenze come sistema informativo, e i dati venivano forniti per EMCDDA direttamente dal Ministero.
In altri paesi riescono ad utilizzare ancora i dati EMCDDA che compaiono ancora ufficialmente come ‘linee guida EMCDDA per stima di incidenza di consumatori problematici’